Recensione: “E’ successo anche a me” di Giuseppe Culicchia

Cari lettori, oggi vi porto con me in un viaggio bellissimo, ricco di emozioni e di momenti di intensa riflessione sul senso della vita.

È successo anche a me

 Giuseppe Culicchia

Editore: Giunti Editore
Collana: Arya
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 21 ottobre 2020
Pagine: 156 p., Brossura
EAN: 9788809885424

Recensione a cura di Maria Ruggieri

Rubarmi il cuore, sorride Mara. Non avrei mai detto che papà fosse capace di usare una frase del genere. Sembra presa dalle lettere che certe lettrici scrivono alle riviste femminili. E a un tratto, Ivan fa a sua figlia una grande tenerezza.

Un padre e una figlia di 16 anni che, dopo una delusione d’amore, ha detto di voler farla finita. Una ragazza come tante, con le sue Buffalo nere, le cuffie tra i riccioli e una profonda adorazione per il suo papà. Un giorno lui, per correre da lei, si rompe una rotula e, alla fine, è lei a dover soccorrere lui. Qui, in un anonimo Pronto Soccorso, il padre inizia a raccontarle del suo amore giovanile per un’insegnante che lo aveva rifiutato. A nulla erano serviti lettere di fuoco e consigli degli amici. Padre e figlia sono uguali e come tali più vicini. La storia d’amore paterna si era persa nel nulla quando, giovane artista lui, signora di mezza età lei, si erano incontrati di nuovo e lui non l’aveva neanche riconosciuta. È così che accade. La vita a volte si gira da un’altra parte e non si riconosce più negli amori mancati.

Un romanzo che è un intenso viaggio nei ricordi del cuore.

Un padre che condivide con la propria figlia adolescente un pezzo della sua vita, come mai ha fatto prima.

Ivan che finalmente parla “davvero” con Mara, sedicenne in piena adolescenza e in pieno turbamento sentimentale.

Un lungo monologo che nasce spontaneamente nella sala d’attesa di un pronto soccorso, una notte qualunque che, in realtà, poteva essere una notte tragica.

Si, perché Mara da un po’ aveva iniziato a sprofondare lentamente nella depressione, “una depressione tanto forte da impedirle a un certo punto perfino di alzarsi dal letto e andare a scuola, o anche solo prepararsi la colazione, cose che sono all’origine delle sue liti con la madre, donna in carriera nel settore della ristorazione che viaggia molto e non tollera quel comportamento che giudica una mollezza.”

E alla fine Mara aveva ceduto e aveva tentato il gesto estremo che, in realtà, altro non era che il suo modo di chiedere aiuto a suo padre.

E suo padre era accorso. O meglio, ci aveva provato.

Ma il destino aveva in serbo per loro un altro programma.

E così ora Mara si ritrova a dover accudire suo padre e scopre una intimità di sentimenti, una grande simpatia e un’affinità che non immaginava, che le fanno desiderare di andare a vivere con lui.

Ivan  sa perfettamente cosa sente sua figlia, cosa deve aver provato nel suo cuore per arrivare a prendere una decisione così definitiva come quella del suicidio e così le racconta della sua vita.

Inizia a parlarle come forse non aveva mai fatto prima, con una lunga “confessione” che li porterà a riavvicinarsi per non perdersi mai più.

“…anch’io so cosa vuol dire sentirsi soli, credimi. E so che cosa significhi pensare seriamente di porre fine alla propria vita a diciott’anni. So che non si tratta di una stupidaggine, ma di una cosa molto seria. E chiunque pensi il contrario solo perché è adulto e crede che il dolore di un o di una diciottenne valga meno rispetto a quello di una persona matura deve essersi dimenticato l’intensità con cui si vivono certe cose quando si è giovani.”

Così ascoltiamo un padre che parla con la propria figlia della sua vita all’ultimo anno delle superiori, dei suoi compagni di classe, del suo compagno di banco Ermanno, e dei suoi amori.

Ovviamente non corrisposti.

E Mara si ritrova a riflettere su suo padre e, inevitabilmente, sulla sua vita e le si apre un mondo, quando scopre in suo padre una parte che non conosceva e che lo rende più simile a lei, fragile com’è lei in quegli anni.

Scopre un padre che è stato anche lui adolescente, diciottenne, innamorato, che ha sofferto per amore… un padre diverso, come non lo avrebbe mai immaginato, tenero e pieno di sentimenti.

Lo guarda con stupore, come se lo vedesse per la prima volta e lo immagina innamorato della sua professoressa, che la corteggia, che le scrive lettere che non riceveranno risposta, che si apposta per seguirla.

E scopre che il mal d’amore è sempre esistito, esiste per tutti e nessuno può evitarlo.

La vita è così.

“È così che accade. La vita a volte si gira da un’altra parte e non si riconosce più negli amori mancati.”

Non bisogna mai arrivare al punto di pensare che la nostra unica e sola esistenza non valga la pena di essere vissuta. E che certi dolori, certi dispiaceri, che sul momento ci sembrano insopportabili, in realtà si superano, e visti a distanza di tempo, si ridimensionano, o almeno assumono un’altra valenza rispetto al passato, al momento in cui li abbiamo patiti.

Una storia che riassume una vita intera, densa di sentimenti, di emozioni, di risate e lacrime. Il lettore non può non restarne coinvolto, colpito, commosso.

Si legge tutto d’un fiato perché il ritmo è serrato e lo stile fluido. Dovrebbero leggerlo tutti gli adolescenti alle prese con le loro pene d’amore e perché no, anche gli adulti, quelli della mia generazione, quelli che sono vissuti al tempo delle cabine telefoniche, quando internet non esisteva, perché uno sguardo al passato, a quello che eravamo senza tutta questa tecnologia, non può che fare bene al cuore.

Giuseppe Culicchia

Libri di Giuseppe Culicchia

Scrittore italiano. Ormai considerato una delle voci più autentiche della narrativa italiana degli ultimi anni, è stato scoperto da Pier Vittorio Tondelli che aveva pubblicato alcuni suoi racconti nell’antologia Papergang-Under 25.
Ispirato da autori come Hemingway, Carver, Bukowski e Bret Easton Ellis, ha esordito nel 1994 con Tutti giù per terra, romanzo che si è rivelato uno dei casi letterari più sorprendenti degli ultimi anni ed è stato vincitore dei Premi Montblanc e Grinzane Cavour. Nel romanzo lo scrittore racconta le vicende di un giovane poco più che ventenne, Walter, che affronta le paure, le incertezze e la fragilità del mondo giovanile nella Torino di fine anni Ottanta con perplessità, disillusione e soprattutto un’irresistibile ironia. Davide Ferrario ne ha tratto l’omonimo film interpretato da Valerio Mastandrea.
Le avventure di Walter proseguono in Paso doble (1995).
Molti dei suoi libri sono stati tradotti in Francia, Germania, Olanda, Grecia, Spagna e Russia.
Tra i suoi lavori: Bla bla bla (Garzanti, 1997); Ambarabà (Garzanti, 2000); A spasso con Anselmo (Garzanti, 2001); Il paese delle meraviglie (Garzanti, 2004); Torino è casa mia (Laterza, 2005); Ecce Toro (Laterza, 2006); Ritorno a Torino dei signori Tornio (Einaudi, 2007); Un’estate al mare (Garzanti, 2007); Brucia la città (Mondadori, 2009); Sicilia, o cara (Feltrinelli, 2010); Ameni inganni (Mondadori, 2011); BA-DA-BUM! (Ma la Mole no) (Feltrinelli, 2013); Ma in seguito a rudi scontri (Rizzoli, 2014).
Ha tradotto tra l’altro per Einaudi American Psycho (2001) e Lunar Park (2005) di Bret Easton Ellis; per Garzanti Lo sfidante di F.X. Toole (2001) e per Feltrinelli Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain (2005). 
Nel 2014 esce una edizione “Remixed” di Tutti giù per terra, nella collana Mondadori Strade Blu. In questo libro Culicchia ambienta ai giorni nostri la vicenda e i pesonaggi narrati nel suo romanzo d’esordio.
Tra gli altri suoi libri: Torino è casa nostra (Laterza 2015), My Little China Girl (EDT 2015), Mi sono perso in un luogo comune (Einaudi 2016), Il cuore e la tenebra (Modadori 2019) e Il tempo di vivere con te (Mondadori 2021).

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