Recensione: “Enero Amargo”

Cari lettori,
sono molto felice di parlarvi oggi di un libro “diverso” dai soliti romanzi e che, per tale motivo, mi è particolarmente entrato nel cuore. In una seconda edizione più ampliata, arricchita di immagini artistiche, slogan e articoli di giornali, “Enero Amargo” di Vincenzo Mazza e Aurora Di Giuseppe, attraverso una bellissima analisi dell’interiorità dei protagonisti, riporta a galla una realtà discriminatoria che dimostra come l’Italia sia ancora oggi di fronte a un’emergenza: quella dell’omofobia.  La storia che sto per raccontarvi attraverso le pagine di quest’opera narrativa riguarda tutti noi. In un modo o nell’altro.

Enero Amargo

Vincenzo Mazza, Aurora Di Giuseppe

Editore: Pav Edizioni
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 6 agosto 2019
Pagine: 162 p., ill. , Brossura
EAN: 9788899792787

Recensione a cura di Maribella Tilenni

Enero Amargo

Geronimo Grace, Johnny per tutti, dopo aver vinto una gara per il conseguimento del brevetto di “salvagentes”, nel gennaio del 1989 vola col suo mister in Venezuela per uno stage sulla splendida Isla Margarita situata nel mar dei Caraibi. Lì un giorno, dopo aver salvato una bella ragazza di nome Alba, fa amicizia con suo fratello Andrés Rodríguez. La loro, in pochi giorni, diviene un’amicizia particolare: “l’amore che non osa dire il suo nome”. Gli autori, ispirati a fatti realmente accaduti, ricostruiscono questa vicenda fino ai giorni d’oggi in una narrazione di sentimenti e azione narrativa. Questa seconda edizione è arricchita con immagini, slogan contro l’omofobia e parti della vicenda ampliate.

Questa è la storia di due amici; due ragazzi molto semplici che scoprirono di amarsi infinitamente. Si! Si amarono oltre ogni “logica” umana. I loro occhi erano così profondi e sinceri, che il loro sguardo superava spedito il limite di ogni orizzonte presente in natura.

1973. L’omosessualità viene depennata dal manuale diagnostico dei disturbi mentali. Da quel momento, non viene più ritenuta una malattia ma molto più semplicemente uno dei modi in cui può volgere l’interesse sessuale di una persona. Dal 1973, l’omosessualità è semplicemente un orientamento sessuale.

Mentre, l’omofobia è un atteggiamento crudele e ingiusto che va combattuto e debellato dalla società contemporanea. 

2009. Gay Pride di Roma. Una coppia di gay aggredita a Campo dei Fiori, nella notte tra il 6 e il 7 giugno, da un gruppo di ragazzi appena maggiorenni che coprendoli di insulti verbali, li hanno poi colpiti con violenza.

In “Enero Amargo”, Vincenzo Mazza e Aurora Di Giuseppe affrontano con estrema delicatezza la tematica dell’omosessualità, attraverso la storia di due uomini e due differenti percezioni di sentimento.

Johnny Rodriguez ha vent’anni e studia archeologia a Roma. Motivato dal disprezzo nei confronti dell’omosessualità, durante la “Marcia dell’Orgoglio” di giugno, in una dinamica di sopraffazione e discriminazione violenta, reagisce attraverso azioni offensive, sia verbali che fisiche, nei confronti dei gay. Viene ammanettato e portato in commissariato ma non è per nulla intimorito e, convinto di trovarsi nel giusto, chiede di poter avvisare la madre.

Partita dal Venezuela, Alba raggiunge il figlio. Questo giovane ragazzo non l’ha mai vista così scossa e afflitta e improvvisamente prova una fitta di dispiacere al pensiero di averle dato questo dolore.

Johnny non ha mai conosciuto suo padre ma crede fermamente che anche lui, se fosse stato lì, si sarebbe comportato allo stesso modo odiando i gay e manifestando contro di loro. La madre invece sa benissimo che le cose non sarebbero andate in questo modo.

“…Lui non avrebbe mai accettato quello che hai fatto… Forse è giunto il momento che ti racconti tutto ciò che è avvenuto in quel gennaio amaro del 1989”.

Quel momento sarebbe giunto in ogni caso, prima o poi. La verità doveva essere rivelata. Johnny sta per scoprire cose che gli sono state tenute nascoste. Non sa ancora quale meraviglioso regalo sta per ricevere da sua madre. La verità sulla storia della sua nascita e su chi era realmente l’uomo che lui non ha mai potuto chiamare “Papà”.

Scritto a quattro mani, “Enero Amargo” non parla soltanto di omosessualità, ma anche del coraggio che ogni essere umano deve avere per essere ciò che realmente è.

Racconta di un ragazzo, Johnny Rodriguez, e della sua “fobia”, un sentimento talmente profondo che lo porta ad odiare le persone LGBT.  Parla della paura della “diversità”, così forte da volerla eliminare del tutto, anche in senso fisico. Svela una storia d’amore e di amicizia, resa ancora più forte dal vissuto dei nostri protagonisti.

Drammi personali, esperienze singolari, ferite aperte difficili da rimarginare, il tutto descritto con le parole di chi quelle cose le ha vissute davvero. E ancora, parla di un figlio che non ha mai conosciuto il padre, e di un padre che non saprà mai di esserlo.

Improvvisamente cambiano il luogo, i personaggi e il tempo dell’azione e ci ritroviamo catapultati dentro la storia di Johnny “Geronimo” Grace che ha una particolare affinità con Andrés Rodriguez che sfocia in un amore osteggiato da convenzioni sociali soffocanti.

Le sequenze narrative del libro sono ora dinamiche, ora statiche. Interrompono l’azione per inserire dettagli, riflessioni e dialoghi necessari allo sviluppo di una storia che lascia l’amaro in bocca.

Geronimo, “Johnny”, è un ragazzo italo-americano affidabile, solare e gioioso. Abbandonato dal padre, a soli sette anni perde tragicamente la madre in un incidente stradale. Viene affidato a Marta, la nonna materna, che vive a Roma ma poco dopo, perde anche lei, morta a causa di un malore.

Rimasto solo al mondo, si iscrive a scuola di nuoto per diventare istruttore e comincia a lavorare come cameriere. Conosce Silvia e se ne innamora. Ma dopo un anno, tutte le promesse e le convinzioni spariscono nel nulla. La donna lo lascia e lui si ritrova nuovamente da solo.

Si ritrovò per l’ennesima volta ad affrontare quei fantasmi che, dall’abbandono del padre, anno dopo anno, continuavano a perseguitarlo e ad opprimere la sua anima.

Nel dicembre del 1988, vince la gara per il conseguimento del diploma. Dopo l’assegnazione dei premi, il suo mister, Tomas, un uomo di quarantasette anni, dal volto segnato dalla sofferenza, gli consegna una busta con un biglietto per il Venezuela. Lì deve esercitarsi per un mese e conseguire l’attestato finale che gli permetterà di realizzare il suo sogno più grande: diventare un istruttore.

Quando attraccarono all’isola, Margarita li accolse con tutta la sua bellezza, il Mar dei Caraibi si mostrava distintamente cristallino, i colori della natura erano così ricchi di luminosità, roventi e sfavillanti, tanto da accostarsi alle sontuose pennellate di un’opera di Van Gogh.

In “Enero Amargo” non ci sono personaggi inventati, non c’è finzione.

Gli autori, ispirandosi a fatti realmente accaduti, ricostruiscono la storia di Geronimo fino ai giorni nostri raccontando di sentimenti autentici e genuini.

 Quelle ore furono per lui come una medicina che guarì il suo animo, annullando tutti quegli eventi negativi che gli avevano un po’ segnato la vita. Cominciava a sentirsi finalmente libero, spensierato e abbastanza felice. Sentiva dentro di sé che quel cupo velo scuro che copriva da qualche tempo la sua candida anima si stava finalmente sbiadendo.

L’esperienza in Venezuela gli regala tante cose meravigliose, tra queste l’amicizia con Andrés e Alba. I tre ragazzi trascorrono molto tempo insieme. Geronimo, “Johnny”, scopre la cultura venezuelana, le usanze, i cibi. Persino le leggi, molto severe contro le droghe, la violenza e la discriminazione sessuale. Prova nuove sensazioni ed è inizialmente attratto da Alba, ma a volte la vita non è semplice e lineare come può sembrare.

 Tutti abbiamo un lato oscuro. È un po’ come la Luna che mostra alla Terra sempre un solo versante di essa e noi non riusciremo mai a scorgerne l’altro. Così è anche per l’umanità, conosciamo di ognuno di noi la parte migliore che è sempre quella che si mostra al mondo intorno, e non l’altra nascosta ai nostri occhi, e spesso si tratta, ahimè, della parte più scellerata di noi stessi.

Johnny, in varie occasioni, avverte la “diversa” sessualità dell’amico Andrès, un’artista dall’animo delizioso e sensibile, con un’esistenza devastata da esperienze negative. In quei giorni, i due amici si legano fortemente l’un l’altro, Johnny sente nascere qualcosa dentro di sé, qualcosa che all’inizio non vuole assolutamente accettare. Avvolto da una moltitudine di pensieri e interrogativi, prova ad allontanarsi dall’amico. E poi, volontariamente si riavvicina a lui.

Non riusciva ancora a capire con precisione cosa provasse, ma la cosa certa era che nutriva finalmente una profonda sensazione di benessere, si sentiva a suo agio, libero da ogni turbamento. Stava scoprendo una passione indescrivibile, un qualcosa che gli prendeva lo stomaco e glielo capovolgeva per la forte eccitazione…C’era una parola unica che descriveva tutte quelle sensazioni: la parola Amore.

Tra i due, in apparenza lontani come i pianeti di galassie diverse, nasce un’attrazione, molti sono gli appassionati incontri e i momenti che rendono la loro vita degna di essere vissuta. Non chiedono niente di grandioso o inarrivabile vogliono solo una vita normale, libera e indipendente e invece rischiano la galera e perfino il linciaggio da parte della gente. Il regime venezuelano in quegli anni è molto intransigente e ha leggi molto severe che proibiscono assolutamente la presenza di atteggiamenti intimi tra due uomini.

 I due sarebbero stati dei fuggiaschi, nascosti agli occhi di tutti, ma avrebbero comunque vissuto i loro giorni molto intensi trascinati dal loro profondo e sincero amore.

 <<Ora e per sempre…>> disse Johnny a occhi chiusi, prima di riaprirli e incontrare lo sguardo dell’amato che rimase taciturno, mentre ammirava quei suoi bulbi oculari color erba, nitidi, sinceri. Comprese subito cosa volesse dirgli con quella frase e rispose sommessamente: <<Ora e per sempre, amore mio>>.

Questa è la promessa dei due amanti. La promessa di sfidare chiunque provi a intralciare il loro amore, insieme conto qualunque pericolo o ostacolo, insieme contro tutto e tutti, per sempre.

Nelle ultime pagine del libro, intrise di forte erotismo, emerge uno scandalo. Le pagine dei giornali riportano una faccenda inconsueta, triste. Riportano un gesto folle, compiuto da un codardo che si pente quando ormai è troppo tardi.

“Enero Amargo” è un libro intenso, coraggioso, a tratti struggente. Cerca un significato che possa restituire un senso a un sentimento “proibito” destinato a scatenare sconvolgimenti nella vita e nel cuore di un Venezuela antiquato, dove i ruoli sessuali sono ancora molto rigidi.

È un’opera profonda, di immenso spessore artistico che racconta, con la tenuta stilistica e strutturale del romanzo, l’attrazione improvvisa e travolgente che sboccia tra due ragazzi. 

Con la loro particolare prosa, Mazza e Di Giuseppe, si dimostrano in grado di indurre il lettore a riflettere – insieme al protagonista della vicenda – su un tema importante, che ancora oggi fa discutere, quello del bullismo omofobico.  Questi straordinari autori si dimostrano inoltre in grado di afferrare il lettore con forza e di trascinarlo con sempre maggior veemenza nella dolorosa vita di chi ha vissuto un’esperienza di isolamento, evidenziandone il faticoso e intenso lavorio interiore e rivelandone anche le pieghe nascoste e gli aspetti contraddittori.

Quest’opera racconta di una rabbia incontrollata, di una storia non a lieto fine. Racconta di un tempo oramai perduto. E poi, rivela la difficoltà di spiegarsi e di “piegarsi” ad una società ancora condizionata dai pregiudizi.

“Ev’ry time we say good bye…”

Un plauso agli autori che, in questo libro, hanno saputo raccontare con rara delicatezza l’innocenza di un amore e la crudeltà di un mondo non ancora pronto ad accettare il “diverso”.

Donare e ricevere amore non è mai contro natura, qualsiasi forma esso abbia l’amore è amore…”

Materiale fornito dalla casa editrice

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