Recensione: “Il vento e l’assassino” di Christian Gonzales y Herrera

Buongiorno cari lettori,
oggi vi presentiamo un libro che combina in modo egregio azione, suspence e arti marziali, un libro che lascerà il segno perché ci restituisce l’essenza di una disciplina che molti conoscono solo superficialmente.

Il vento e l’assassino

Christian Gonzales y Herrera

Editore: Il Ciliegio
Collana: NoireGialli
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 31 ottobre 2019
Pagine: 335 p., Brossura
EAN: 9788867716487

Recensione a cura di Antonella Punziano

Il killer Duncan Moss è braccato da una potente organizzazione criminale. Profondo conoscitore delle arti marziali, guidato da una ferrea disciplina e dagli insegnamenti del Maestro, per riscatto personale accetta una nuova missione. Da una bettola di Hong Kong al centro addestramento della polizia di Tokyo, tra le calli di Venezia fino a Berlino e ai ghiacci dell’estremo Nord, si muoverà tra duri combattimenti e scontri a fuoco sulle tracce di una nuova arma globale in grado di modificare il clima.

Quando sentiamo parlare di arti marziali la prima immagine che ci viene in mente è quella di una persona con un kimono, mentre, gli appassionati di filmografia, ricorderanno senz’altro le scene d’azione di Bruce Lee e Jackie Chan.

Ecco, il libro richiama in alcuni punti personaggi simili, ma l’unicità del romanzo è quella di andare al di là della scena di per sé, descrivendoci in ogni dettaglio la filosofia che c’è dietro questa arte.

Quello che ne emerge è il senso più profondo delle arti marziali che va ben oltre la violenza, che rappresenta solo un aspetto marginale della disciplina, anche se quello più utilizzato.

Ciò che dobbiamo combattere non è il mondo esterno ma le nostre paure più profonde. Si può diventare dei combattenti formidabili, forse imbattibili, ma l’essenza della filosofia delle arti marziali risiede nelle capacità di guardarsi nel profondo, dove regnano i nostri incubi. Solo allora, armati del nostro desiderio di crescere, dobbiamo affrontare il buio più assoluto.

Duncan è un uomo che ha fatto delle arti marziali il suo mantra di vita. L’apprendimento di questa disciplina, che ha le sue radici in un tempo molto passato, lo deve ad un Maestro speciale che ha fatto di lui l’uomo che è oggi: un uomo che lavora per un’associazione segreta nata per combattere i più pericolosi crimini contro l’umanità. Le persone che ne fanno parte hanno tutte un elemento in comune ovvero quello di essere stati discepoli del Maestro e di essere state introdotte alle tecniche più segrete di questa disciplina e per questo anche le più potenti.

Contrariamente a quello che si può pensare, non è facile essere un “vero” cultore delle arti marziali: esse portano chi le pratica ad una eterna lotta con il demone alberga in ognuno di noi, la parte più infima e malvagia delle personalità di un uomo. E, se in una persona normale ciò non è buono, in un seguace di questa arte diventa estremamente pericolosa perché si rischia di metterla al servizio di una causa criminale.

Duncan ed i suoi amici, nella lotta contro il male, si trovano, così, ogni giorno a dover gestire il precario equilibrio del loro animo con lo scopo di fare buon uso degli insegnamenti appresi dal Maestro.

Ciò li porta essere spesso soli perché l’amore va tenuto a bada se non si vuole correre il rischio di farsi influenzare o di essere un pericoloso bersaglio. Ma nessuno di loro riesce a tenere lontani i sussulti del cuore e lo stesso Duncan non può fare a meno di cedere ai sentimenti che gli suscita Sarah, la nipote di un pericoloso criminale, conosciuta in delle sue missioni segrete.

Secondo il Maestro, ognuno di noi ha un proprio demone interiore. Anche gli antichi greci lo credevano, lo chiamavano daimos. Lo si può guardare in faccia e si può arrivare a domarlo. Sarah ricordò ciò che aveva visto negli occhi di Duncan quando si stava riprendendo dall’incubo e capì.

Una volta accettato non smette mai di corrodere, scavare. Anche quando non sembra è attivo. Seduce, manipola … ti possiede.

Ora però ha un nuovo compito, questa volta ancora più rischioso perché c’è in gioco il futuro di tutta l’umanità: uno scienziato ha messo a punto una tecnica per manovrare il clima e una banda di criminali, nel tentativo di recuperare le preziose informazioni contenute in una memory card, ha preso in ostaggio Sarah chiedendo a Duncan uno scambio con il famoso scienziato.

Shirai cominciò a strofinarsi le mani. «Sono andato subito nel magazzino, dove la valigetta era stata depositata. L’ho riportata in laboratorio, ho fatto degli esami più accurati e l’ho trovata». Si strofinò una mano sul viso. «Minuscola, nessuno l’aveva notata perché il materiale di cui è fatta passa qualsiasi decoder. Si tratta di qualcosa che nemmeno noi abbiamo. Chi l’ha costruita è in possesso di una tecnologia che va ben oltre quella in nostro possesso. E di parecchio …Impressionante». Il suo volto esprimeva meraviglia ma anche ammirazione.

Duncan non può fare altro che affidarsi all’aiuto dei suoi fidatissimi amici e dare inizio ad una caccia a tempo stretto senza farsi condizionare dai sentimenti che prova per Sarah: lungo il percorso si scontrerà con i suoi demoni e scoprirà che l’animo delle persone umane è facile preda dell’avidità e del potere.

Parliamoci chiaro, non è una lettura in cui ci si può distrarre: i molti passaggi, fisici e temporali, richiedono al lettore una continua attenzione. Ma questa piccola “fatica” verrà ricompensata da un crescente coinvolgimento nella storia e da una suspence che non dà tregua.

Le azioni che si susseguono creano continui colpi di scena e scenari difficilmente intuibili: l’attenzione è presto catturata e il libro si legge davvero in pochissimo tempo.

Bellissime e sorprendenti le atmosfere del romanzo e i luoghi descritti (in particolare Venezia su cui l’autore si sofferma maggiormente), che richiamano i toni chiaro-oscuri della storia.

Il sole splende. E il cielo …o mio Dio, da nessuna parte, né a Parigi né a Londra, ha una simile luminosità azzurra. Solo ad Amsterdam aveva ritrovato, una volta soltanto, tanta intensità. Era stato al Van Gogh Museum, La casa gialla, anzi no, paesaggio marino a Saintes-Maries anche se, a dirla tutta, c’era rimasta un po’ male quando li aveva trovati sbarrati dietro a un vetro. E Comunque quelli erano solo quadri, non vale!

La scrittura è piacevole e scorrevole e i rimandi temporali arricchiscono l’impianto del libro senza appesantire o staccare l’attenzione del lettore sulle vicende attuali, piuttosto dando senso ai dettagli e continuità alla storia.

La trama è costruita molto bene e il finale è decisamente sorprendente con spiragli non escludono un secondo tempo della storia.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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