Recensione: “L’ ordine imperfetto” di Maria Letizia Grossi

Cari lettori, oggi vi porto a Firenze, in giro per le vie e la provincia di questa città meravigliosa, ma anche piena di intrighi, a caccia di un assassino che sa mimetizzarsi nella “Firenze-bene”.

L’ ordine imperfetto. Il primo giallo della commissaria Bardi

Editore: Giunti Editore
Collana: M
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 29 gennaio 2020
Pagine: 288 p., Brossura
EAN: 9788809885707

Recensione a cura di Maria Ruggieri

Firenze, viale dei Colli. Il ricco e potente imprenditore Alfonso Nassi è stato ucciso per un trauma da corpo contundente. A indagare sull’omicidio viene chiamata Valeria Bardi, meglio nota come la “commissaria”. La dedizione al lavoro e il suo grande fiuto le hanno valso la fama di migliore profiler del Centro Italia e l’hanno portata, unica donna, a dirigere la Squadra Mobile fiorentina. Bella senza enfasi, allegra, alta e un po’ irrobustita dagli anni, di notte combatte contro i suoi fantasmi – il divorzio, il difficile rapporto con la figlia ventenne, il peso delle crudeltà che incontra – per essere forte e intuitiva di giorno, mettere ordine nel mondo del crimine e gestire le grane del commissariato e le pressioni del Questore. I sospetti cadono dapprima su Tea, la moglie di Nassi, da cui si era appena separata, e i suoi amici Stefano e Giorgio – alquanto intimi – fin dai tempi dell’Università. Ma ci sono in ballo anche gli interessi dell’azienda della vittima, legati a speculazione edilizia e inquinamento ambientale. Tra interrogatori e alibi da confermare, un inaspettato ritrovamento: il diario sentimentale che Stefano ha affidato al suo PC, fonte preziosa di informazioni sulle ambigue relazioni tra i sospettati e non solo… Una protagonista indimenticabile per un’indagine dai risvolti imprevedibili raccontata con lo humour tipico dei fiorentini, sullo sfondo di una città dalla bellezza mozzafiato.

Questo primo romanzo di Maria Letizia Grossi rivela una scrittrice molto promettente, attenta ai dettagli e precisa nella descrizione dei luoghi e delle persone. Nulla è lasciato al caso e così il lettore si ritrova a vivere tra le vie di Firenze, splendida città che fa da cornice a sporchi affari, a illeciti di ogni genere e a pene d’amore.

La protagonista è Valeria Bardi che, “alla soglia dei cinquanta … era alta, un po’ arrotondata dall’età, grossi seni e grossi fianchi, ma si muoveva con un’eleganza memore degli anni di danza classica da ragazzina. Si intuiva che da giovane era stata bella … di una bellezza simpatica, senza pose…” ma che si “difende” grazie alla sua allegria e alla sua grinta.

Valeria è commissaria presso la Squadra Mobile di Firenze e le piace aggirarsi per le vie buie della città, a respirarne l’odore, a scoprirne gli intrighi e a risolverne i misteri.

E subito gliene viene affidato uno bello grosso: scoprire l’assassino di Alfonso Nassi, nome noto nell’imprenditoria fiorentina, con le mani in diversi affari, tutti molto remunerativi, poco leciti e con una vita non proprio limpida.

La commissaria si dedica a questo caso, come al suo solito, anima e corpo, perché vuole risolverlo presto per affidare l’assassino alla giustizia.

E così si ritrova alle prese con interrogatori, perquisizioni e pedinamenti, sempre affiancata dal fido collega e amico Manuele Belgrandi, ispettore che non nasconde la sua passione per la commissaria, ma che viene da lei più volte respinto, anche se mai del tutto allontanato.

L’indagine sembra semplice, poche persone coinvolte, secondo i canoni di una qualunque indagine di polizia per l’omicidio di un uomo ricco e famoso con una moglie da cui si è appena separato.

Conosciamo Tea Altieri, moglie docile e tradita più volte, che per amore della figlia ha tenuto duro in un matrimonio difficile, subendo le violenze del marito. E conosciamo i suoi due amici di lunga data da cui si lascia coccolare e curare le ferite fisiche e morali: Stefano, “senza i piedi per terra, tutto buoni sentimenti, frutta biologica, futuro sostenibile, ecologista velleitario e ininfluente”, e Giorgio, “una persona sicura di sé”, che sa quel che vuole e che nel momento del bisogno è stato più vicino a Tea di quanto ci si sarebbe immaginati da un semplice amico.

Anche loro hanno i loro segreti e quando la commissaria si concentra sui possibili moventi del delitto non può fare a meno di scandagliare le loro vite.

E così, sul pc di Stefano, Valeria scopre le pagine di un diario virtuale:

Aspettando Tea. È una vita che aspetto Tea. Quattordici anni, per l’esattezza, ma l’esattezza non può correggere la mia sensazione di una durata infinita. Chiunque penserebbe: troppo, rispetto al poco tempo che abbiamo passato insieme…”

Le pagine del diario forniscono elementi e danno vita ai sentimenti di persone che sembrano ermetiche durante le deposizioni e gli interrogatori.

Si scopre una realtà inimmaginabile agli estranei, fatta di soprusi, ma anche di amore non corrisposto e di amicizia.

Valeria traccia i profili delle persone con cui si trova ad avere a che fare per trovare il bandolo della matassa.

Emergono dettagli su quanto Alfonso Nassi fosse una pessima persona, tanto da meritarsi il soprannome di “deprecabile Alfonso”.

Era un insicuro, doveva impossessarsi di tutto e di tutti perché non era in grado di avere relazioni mature. Lo so che lo chiamavate deprecabile.”  

Man mano che le indagini vanno avanti, però, le cose si complicano perché entrano in campo altri fattori da analizzare, altre persone da interrogare che potrebbero essere a vario titolo coinvolte nell’omicidio, e la faccenda si fa sempre più seria, perché l’assassino non si è fermato dopo aver ucciso Nassi, ma vuole uccidere ancora e ancora.

Valeria si ritrova subito a dover spulciare i contenuti di case, computer, cuori e cervelli di tutte le persone coinvolte.

Più volte si ritrova con Tea, reduce da un brutto incidente ma con una grande forza di volontà, che ha paura dell’amore ma a cui la lega una subitanea simpatia e con la “tremenda piccola Rosanna”, la figlia di Tea e Alfonso, bruttina ma molto sveglia per la sua età, che ha un’idea precisa su tutto e che nutre profondi sentimenti per la madre.

Infine, arriva il turno anche dei parenti più prossimi della vittima, come la sorella insieme al marito e ai figli. Con loro Valeria si rapporta in modo diverso, forse perché fanno parte della “Firenze-che-conta” e incutono anche un certo timore.

Fra perquisizioni e pedinamenti, vengono al pettine nodi che non si sospettava esistessero, vecchi rancori di famiglia, litigi per lavoro, gelosie, invidie, lotte per il potere.

Ecco, la parola chiave. Il potere, il prestigio, il lusso. Quello che potrebbe sembrare un omicidio passionale, si rivela essere un omicidio premeditato e con un movente ben delineato, ma difficile da scoprire.

La commissaria, grazie al suo intuito che non l’abbandona mai e al suo acume che le permette di analizzare i fatti senza farsi influenzare riuscirà, collegando idee, luoghi, cose e persone, a rimettere ordine in questo angolo di mondo sporcato da delitti e vizi inconfessabili.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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