Recensione: “La tana del serial killer” di Salvo Toscano

Buongiorno cari lettori oggi vi presentiamo il nuovissimo caso dei Fratelli Corsaro: chi ha amato i libri di Salvo Toscano e le avventure di questa coppia insolita non potrà assolutamente farsi sfuggire la loro ultima appassionate indagine.

La tana del serial killer. Una nuova indagine dei fratelli Corsaro

 Salvo Toscano

Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 30 luglio 2020
Pagine: 288 p., Rilegato
EAN: 9788822742926

Recensione a cura di Antonella Punziano

La scena del crimine è inquietante: una testa di donna è stata chiusa in un sacchetto di plastica e abbandonata in una grotta, a Contessa Entellina, un paesino montano in provincia di Palermo. Il cronista di nera Fabrizio Corsaro non può assolutamente rischiare di farsi soffiare la notizia dalla concorrenza e si precipita sul posto. Tutto il paese sembra terrorizzato anche perché secondo alcune antiche leggende un mostro affamato di fanciulle vivrebbe proprio rintanato all’interno di quella caverna. Mentre le autorità sono al lavoro per identificare la vittima, Fabrizio è deciso a scoprire di più sul macabro delitto. Vorrebbe coinvolgere nelle indagini suo fratello Roberto, un avvocato penalista in piena crisi familiare, ma non sarà per niente facile. Almeno fino al ritrovamento del secondo cadavere…

Non avevo mai letto nulla di questo scrittore e questa lettura è stata per me una felice scoperta. Non solo per la trama accattivante quanto piuttosto per l’insolita coppia di protagonisti che Salvo Toscano mette in scena in modo alquanto originale e decisamente ironico.

Non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro eppure insieme formano una coppia formidabile.

Fabrizio, il giornalista, è il fratello dal carattere decisamente fanciullesco, particolarmente sensibile al fascino femminile che finalmente, però, messo la testa a posto anche se ancora un po’ restio alle responsabilità.

Voleva sempre dimostrare di avere lei il controllo della situazione. Era fatta così. E d’altronde, mi aveva fatto innamorare proprio perché era fatta così.

«Vuoi uscire stasera?», mi informai con poche speranze.

«Ma sei scemo? Di sabato? Lo sai che c’è un casino e non mi piace».

Sì, un casino. Gente che vive, giovani femmine in tiro, alcol e baldoria fino a notte fonda. Che schifo «Sì, lo so, pensavo che…».

«Se vuoi esci tu. Io sto guardandoThe Shield».

Sì, esco io, come no, per farmi rosolare sul banco degli imputati per una settimana almeno.

«Ma figurati, amore. Mi metto accanto a te sul divano e leggo un po’», risposi docile come un agnello. Chi ce l’aveva le energie per battagliare a quell’ora dopo una giornata del genere?

E così, mi accucciai davvero sul divano a leggere il buon vecchio Joe Lansdale, con i piedi appoggiati sulle cosce di lei, tre dita di whisky sul tavolino accanto al divano e i maledetti occhiali da lettura inforcati sul naso a rammentarmi del tracollo in atto del mio corpo da ex ragazzo.

Roberto è l’avvocato di successo, serio e responsabile, particolarmente ligio ai doveri familiari e lavorativi ma …perché c’è sempre un ma …. Ora dovrà fare i conti con una sensualità risvegliata ahimè da conciliare con gli impegni che questa nuovo caso gli richiederanno.

Rimuginai per un pezzo sulla mia vita da genitore quella mattina durante il tragitto sui mezzi pubblici. Non solo sulle insensate baruffe che si muovevano attorno alla classe di Giacomo. Pensavo a Rebecca, al suo complicato affacciarsi all’adolescenza, alla trasformazione che la mia ex bambina stava vivendo e con lei i suoi coetanei, questi ragazzini che passavano ore a guardare video sul telefonino, isolati dagli auricolari, una generazione che minacciava di sovrabbondare di futuri analfabeti funzionali e che stava crescendo attorno a noi, tutti troppo presi a far altro, tutti troppo impreparati al mondo dei nativi digitali in cui noi reduci del ventesimo secolo ci muoviamo a tentoni.

Il ritrovamento di una testa umana è l’incipit scoppiettante e macabro che dà il via alle indagini.

Ed eccolo l’antro. La tana del mostro. Il vento si insinua all’interno e sembra la voce di una creatura affamata. È tempo di saziarla. Tiro fuori l’involto e offro il pasto alla belva. E nel guardare per l’ultima volta quel carico che ho portato a spalla, quell’oscena, ridicola testa senza più un corpo, mi sorprendo ad accorgermi che l’unico pensiero che attraversa la mia mente è che adesso avrò cinque chili in meno addosso nella discesa.

Fabrizio ha la fortuna di essere tra i primi ad avere la notizia e, trascinato dalla curiosità di scoprire cosa si cela dietro le leggende che circondano il luogo del ritrovamento, si butta a capofitto nella ricerca della soluzione al mistero. Ben presto però capirà di avere bisogno dell’aiuto di suo fratello le cui conoscenze potrebbero contribuire validamente alla risoluzione del caso.

Sullo sfondo c’è la Sicilia, di cui l’autore riesce a descrivere minuziosamente vizi e virtù e che appare al lettore in tutta la meraviglia dei suoi paesaggi e di quei piccoli dettagli che da sempre la caratterizzano. Gli intercalari in lingua siciliana sono la ciliegina sulla torta, quelli che danno un tocco di ilarità e ironia ma anche di drammatica realtà e attualità dei contenuti.

Catania è un posto che non mi è mai dispiaciuto. Non avendo mai seguito troppo il calcio, tutta la storia della rivalità con Palermo per me ha sempre avuto poco significato. Certo, si parla pur sempre di una città tutta color nero-lava, dove la gente si mangia i cavalli e chiama inopinatamente le arancine al maschile, ma al di là di qualche stravaganza, i catanesi, con la loro parlata cantilenante e le loro spassose parole dialettali diverse dalle nostre (le mie preferite iniziano entrambe con la p ma sono tutt’e due irripetibili), a me hanno sempre fatto simpatia.

L’ilarità dei dialoghi completa il quadro di romanzo che non è solo un thriller ma anche occasione di affrontare in modo trasversale, ma non per questo meno impegnativo, temi complessi quale quello della giustizia e della corruzione.

L’alternanza dei punti di vista dei due protagonisti riesce a dare un quadro di maggiore completezza permettendo di cogliere le diverse sfaccettature della storia e dei suoi personaggi, oltre a conferire leggerezza e maggiore scorrevolezza alla lettura.

Lettura che nel complesso risulta divertente ma anche intrigante con non pochi colpi di scena: difficile capire o farsi un’idea di chi possa celarsi dietro il misterioso delitto, tanto è bravo l’autore a lasciar poco trapelare indizi che possano in qualche modo anticipare o far prevedere il colpo di scena finale.

Al lettore resterà la voglia di leggere quasi con accanimento ogni sua pagina e, quando l’ultima pagina sarà arrivata, rimanere con la sensazione che questi simpatici compagni di viaggio debbano già andare via.

Insomma ci toccherà l’ansia dell’attesa, ma sono certa che la prossima storia sarà altrettanto bella e divertente.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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