Recensione: “La vita alla finestra” di Andrés Neuman

Cari lettori, oggi vi presento uno splendido romanzo epistolare che mescola realtà e finzione e in cui il mondo virtuale e le esperienze vissute si mescolano in un tortuoso gioco di doppie identità come, del resto, accade nel nostro millennio.

La vita alla finestra

 Andrés Neuman

Traduttore: Silvia Sichel
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 30 giugno 2020
Pagine: 168 p., Rilegato
EAN: 9788806246242

Recensione a cura di Maria Ruggieri

Inizio anni Duemila, una città spagnola come tante. Net, un ragazzo come tanti, scrive. Chino sul suo computer, digita lunghe mail che indirizza a Marina. Notte dopo notte, alle finestre che si aprono sullo schermo Net consegna il racconto delle sue giornate, tra lo sfaldamento e la traballante ricomposizione della sua famiglia, la scoperta dell’amore, l’ansia per l’avvenire incerto. Ma Marina, irrintracciabile e misteriosa quasi quanto l’universo virtuale, non risponde mai… Net vive in una città come tante, in una famiglia con qualche problema – ma quale famiglia non ne ha? -, all’università è iscritto ma non la frequenta, ha pochi amici, tutti più o meno tormentati e disillusi come lui, e in generale la vita gli sembra una distesa di noia e insofferenza. Ma quello che sappiamo di Net, delle liti tra i genitori, dei legami sentimentali della sorella Paula, delle notti di eccessi con Xavi, dei pranzi domenicali a casa degli zii, dell’incontro con l’audace Cintia di cui è impossibile non innamorarsi, è solo quello che Net decide di scrivere a Marina. Forse una sua ex ragazza o un’amica lontana, forse un’interlocutrice immaginaria, Marina è una presenza indistinta che esiste solo in una tela di ricordi ed emozioni che Net va intessendo con le mail che le indirizza. «Forse sentiamo il bisogno di concepire sullo schermo la perfezione narrativa che manca alla nostra vita», riflette Net: le finestre di Windows diventano allora il simbolo della sua urgenza di raccontare, di fissare nel mondo virtuale la versione di sé e degli altri che scorge dalla sua prospettiva. E che sarà irrimediabilmente ingannevole come, del resto, sempre lo sono i frutti della narrazione. Ma è da un altro tipo di finestre, quelle reali, quelle delle case, che Net osserva la vita che scorre per le strade, nei cortili, nelle stanze altrui. Solo così, staccando gli occhi dallo schermo, il significato di ogni cosa si rivela in tutta la sua ineffabile semplicità.

Questo strepitoso autore argentino, con il romanzo “La vita alla finestra” porta il lettore nel mondo virtuale, fatto di schermi, di pc, di finestre dietro cui il protagonista, Net, si nasconde per raccontare alla sua ex, Marina, quello che accade nella sua vita.

Ti chiamo. No, meglio se ti scrivo. Così penso meglio a cosa raccontarti. Rispondimi se puoi. Trovarti sul cellulare è una chimera: parlo sempre con la casella vocale. Che strana una casella con la voce.”

Così conosciamo Net attraverso le sue stesse parole, con cui descrive i fatti che gli accadono durante la giornata, i suoi amici e la sua famiglia.

“E’ strano scoprire, cara Marina, come cambiano le famiglie via via che invecchiano. Quasi tutte partono con le migliori intenzioni, ma non appena l’autorità vacilla calano la maschera: allora favoleggiamo di infanzie paradisiache…”

Net sa perfettamente che la sua famiglia in realtà è quasi una finzione, ha un’idea chiara di ogni suo componente e racconta qualche episodio che lo definisce nelle caratteristiche principali, che non sono propriamente quelle fisiche, ma che lo presentano come persona vera fatta di sentimenti, di pensieri, di idee.

E palese è il suo disagio all’interno della sua famiglia, dove si sente sempre un ospite e viene giudicato per quello che fa…o meglio, per quello che non fa.

Comunque, tra poco la cena sarà pronta. Mangiare con mia madre mi mette a disagio. Ogni tanto ritorna all’attacco e mi chiede come sto, cosa faccio, chi frequento, quel genere di convenevoli destinati a sfociare nel consueto ma perché non ti cerchi un lavoro, visto che non ti impegni nello studio. Impegnarmi nello studio? Preferisco essere un buono a nulla piuttosto che carne da macello.”

Il ritratto è completo quando descrive le lotte che avvengono tra la sorella Paula, che vuole affermare la sua libertà e indipendenza, e i genitori, una coppia che fugge e resta a periodi alterni perché le incomprensioni sono all’ordine del giorno.

E così Net, che non sa mai se stare “dentro” o “fuori”, preferisce rinchiudersi nella sua camera ad osservare la piscina e l’uomo che scrupolosamente la pulisce, e a scrivere sul suo pc infinite lettere che non sa se saranno mai lette.

Quasi tutte le notti le passo seduto davanti al monitor, ipnotizzato dal suo sfarfallio, e mi informo sulle cose più remote. Cose che prima di cercarle non avevo mai considerato interessanti. Poi esco di lì e resto solo, apparendo e scomparendo dall’acqua dello schermo, finchè non si oscura del tutto. Allora mi guardo di nuovo in faccia, e quello non sono io.”

Qual è lo scopo per cui scrive a Marina? Tra l’altro lei non gli risponde mai, neanche al telefono. Ma ogni notte Net ripete lo stesso rituale di scriverle la sua giornata, le cose che ha fatto, le persone che ha incontrato. E non risparmia dettagli, anche quelli che al lettore possono sembrare insignificanti.

Quando scrivo a te è diverso. Qualcosa mi impedisce di mentire troppo. O meglio – dato che non esiste la sincerità disinteressata – immagino che non crederesti alle mie  menzogne, che conosci le mie parole meglio di me. Forse ti scrivo proprio per questo: per appropriarmi delle mie parole, perché tu me le ridia.”

“Scriverti, Marina, ha qualcosa di impossibile. Per finire la mia lettera ci metto ore e ore, costruisco le mie opinioni, me le rimangio, ricomincio daccapo. E sullo schermo la pagina sembra sempre pulita, come se il tempo fosse passato solo per le poche righe che sono rimaste.”

Fondamentalmente, Net è un ragazzo solo e lo è anche se ha una famiglia e alcuni amici. E riesce ad analizzare anche la sua solitudine e tutte le solitudini del mondo che, quando ti ci abitui, finiscono persino per fare compagnia.

Ci sono solitudini che si rivelano all’improvviso, come un colpo alla nuca. Pensi: sono solo. Non ora. Sempre. Solo. Questa parola afonica, rotonda. Ci sono anche le solitudini lente, quelle che si formano con il tempo. Ce ne sono altre che erano lì fin dall’inizio, quelle di cui siamo fatti. Di solito restano larvate sotto qualche ricordo difficile. … inoltre, esiste, sai?, la solitudine di cui, a forza di provarla e di frequentarla a tutte le ore, finisci per avere bisogno come di una fedele, discreta compagnia. Una solitudine quasi amata che, quando se ne va, ci lascia soli per davvero.”

E allora finisce per non uscire, per rifuggire la compagnia delle persone, se non proprio quando ne sente una estrema necessità in un bagliore di lucidità. Ma quando esce ha sempre la sensazione di incrociare nemici, perché tutti gli sembrano felici e gli provocano una grande invidia. E così si rifugia nel bar del suo amico Xavi, con il quale condivide ubriacature, canne e confidenze letterarie.

E poi ci sono gli amori, quelli fuggevoli, quelli discreti, quelli per fuggire la solitudine.

Con Marina, che dice di amare, parla delle sue avventure, di quelle che vorrebbe vivere e di quelle che, occasionalmente, riesce a vivere. 

Di solito, però, i suoi amori sono “colpevoli o inconclusi”.

Quando riesce a trovare una ragazza che davvero lo intriga, quasi la fa fuggire con la sua goffaggine.

Ma ne parla serenamente e attraverso le mail il lettore riesce a conoscere ogni dettaglio della sua storia d’amore con Cintia, l’incantevole Cintia di cui è impossibile non innamorarsi e restarne affascinati.

Una vita particolare e affascinante per certi versi, dopo tutto, quella di Net, descritta da se stesso senza risparmiare dettagli e senza indorature, che fa riflettere sull’essere umano, così bisognoso sempre di contatto, di vicinanza, di sentirsi parte di qualcosa.

Si interroga sul futuro, sull’essere umano, guarda dentro se stesso per cercare le risposte alle domande che si pone senza sosta. E per fortuna, a salvarlo anche da se stesso, c’è la scrittura, ci sono le mail.

C’è qualcosa di evasivo nelle mail: come possono delle parole così lente, pesanti e tortuose come queste scomparire per volare lontano nel giro di millesimi? … mi affascina e mi angoscia l’immediatezza con cui viaggiano, il loro sparire e riapparire.  In questo, scriverti è un po’ come ricordarti”

E ci sono anche le finestre, le innumerevoli finestre della vita. Quelle che ci sono sul monitor del computer e quelle che ci sono nelle nostre case, da cui ognuno di noi cerca di avere anche uno sfuggente contatto con il resto del mondo.

“Come avrai capito, vado dal cortile interno allo schermo, dalle finestre dei vicini ai riquadri del mio computer. Ed è così che passa la vita alle finestre”.

Un romanzo su un tema quanto mai  attuale, scritto senza fronzoli, con uno stile diretto, che però lascia spazio all’immaginazione e all’introspezione. Tutti noi siamo un po’ Net e ciascuno di noi può immedesimarsi nella sua vita e farla un po’ propria.

Libri di Andrés Neuman

Andrés Neuman nasce a Buenos Aires nel 1977. Figlio di musicisti emigrati, cresce a Granada, dove frequenta l’Università e insegna per un periodo Letteratura ispano-americana. Nel 2009 vince il Premio Alfaguara con il romanzo Il viaggiatore del secolo, votato tra i cinque migliori romanzi dell’anno in lingua spagnola da El País e El Mundo.
Ma Neuman non è un esordiente. Già nel 1999 ha pubblicato il primo romanzo Bariloche, che il quotidiano El Mundo inserì fra i dieci migliori dell’anno e fu tradotto anche in Italia. Con Il viaggiatore del secolo ha segnato un colpo senza precedenti nella letteratura spagnola: vincere un grande premio commerciale, l’Alfaguara, e il Premio de la Crítica. Ha pubblicato anche tre libri di racconti e varie raccolte di poesia. Il suo blog Microrréplicas è stato selezionato tra i migliori blog letterari da «El Cultural». È stato tra gli autori scelti per Bogotá 39 ed è stato selezionato dalla rivista Granta tra i migliori giovani scrittori in lingua spagnola. Ha vinto anche il Premio Hiperión de poesía. È stato finalista del Premio Herralde e del Rómulo Gallegos, è entrato nella shortlist dell’IMPAC Dublin Literary Award e ha ricevuto una Menzione Speciale dalla giuria dell’Independent Foreign Fiction Prize. L’antologia dei suoi racconti tradotti in inglese è stata premiata negli Stati Uniti con il Firecracker Award, concesso dalla Community of Literary Magazines and Presses insieme all’Associazione dei Librai Statunitensi. I suoi libri sono tradotti in più di venti lingue. Nel 2019 è uscito per Einaudi Frattura.

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