Recensione: “Le regole degli amanti” di Yari Selvetella

Cari lettori, oggi vi porto con me in un appassionante viaggio nei sentimenti, quelli più nascosti e forse più veri. Quelli che possono vivere e nutrirsi di se stessi quando non devono conformarsi ai dettami della società su quello che è conveniente e quello che non lo è.

Le regole degli amanti

 Yari Selvetella

Editore: Bompiani
Collana: Romanzi Bompiani
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 9 settembre 2020
Pagine: 320 p., Brossura
EAN: 9788830101753

Recensione a cura di Maria Ruggieri

Innamorarsi da adulti è quasi sempre difficile. Quel sentimento irragionevole e luminoso espone al rischio del ridicolo, mette di fronte a scelte importanti. È quello che accade ai protagonisti di questo libro. Se, come scrive Javier Cercas, il romanzo è il genere delle domande, dal momento in cui si incontrano le vite di Iole e Sandro gravitano intorno a un solo interrogativo: come proteggere la felicità dell’amore dallo scorrere del tempo? Per superbia o per leggerezza, Iole e Sandro credono di avere una risposta da cui partire: sanno che cosa non vogliono. Desiderano fuggire la noia dell’epoca sazia di cui sono figli, non vogliono mettere in discussione i loro matrimoni, resi opachi dalla quotidianità ma illuminati da figli molto amati. Soli in mezzo al brusio del mondo, provano a immaginare un percorso che metta il loro sentimento al riparo dall’assuefazione, si impegnano a fare della loro coppia segreta il luogo di una continua ricerca e non un punto di arrivo. È intorno al sogno di un amore lieve che stringono un patto trentennale e definiscono un decalogo che li guidi, per sperimentare gli incanti dell’amore clandestino ma al tempo stesso vivere in pienezza alla luce del sole, con altri compagni, con i figli, lungo altre strade. Yari Selvetella mette in scena due protagonisti autentici, sconsiderati, in fondo egoisti, ritrae senza sconti la borghesia italiana di poche qualità sullo scorcio del nuovo millennio. Eppure attraverso le piccole miserie e le visionarie accensioni che segnano il percorso dei due amanti ci restituisce l’ardore di una donna e di un uomo animati da una profonda fede nelle parole, ci parla di un bisogno di intensità che ci commuove e ci riguarda, costruisce un’accorata indagine letteraria sulla possibilità di un grande amore oggi.

Un libro che in un certo senso è anche una poesia, una lunga poesia d’amore.

Ma di un amore particolare, clandestino, che nasce per caso e si nutre di pensieri, aspettative, fughe lontano dalla realtà e dal mondo. I protagonisti sono Sandro e Iole, entrambi sposati, con figli e con una buona posizione sociale.

“Per tutta la vita ho frainteso il talento, ritenendolo un tutt’uno con il desiderio e con la volontà. Tutto quello che mi veniva facile mi è parso ovvio e privo di fascino, così anziché affinarmi in quelle che erano le mie vere qualità, mi sono sempre posto un altro obiettivo interiore. …  ho giocato con le cose serie della vita, con i legami familiari, con il denaro e ho sempre dissimulato le mie intenzioni e i miei veri sentimenti. Dove la maggior parte delle persone avrebbe visto solo vicoli ciechi, ho cercato e trovato dei passaggi segreti.”

Questo è Sandro, come presenta se stesso.

Lui e Iole hanno tutto quello che si può chiedere alla vita, ma qualcosa li spinge l’uno nelle braccia dell’altra, così, senza motivo apparente, senza spiegazione.

Solo per il gusto di provare a pieno quelle sensazioni che la loro vicinanza suscita.

“Non sono mai stata così innamorata come il giorno del mio trentesimo compleanno, il 14 febbraio del 1989.  … probabilmente, sin dalla più tenera età, mi sono convinta che nascere il giorno della festa degli innamorati avrebbe influito sul mio destino e, per suggestione, ho voluto dare una mano al caso.”

E questa è Iole. Una donna entusiasta della vita e delle cose del mondo.

Tra queste due persone, così fuori dall’ordinario eppure così ben inserite nella società, nasce una relazione amorosa intensa, appassionata, che fa sognare e, a tratti, anche commuovere.

Una relazione che nasce in un periodo in cui non ci sono telefonini o computer, e viene guidata dal caso e dalla volontà, in cui ogni minuto, ogni incontro, è un minuto o un incontro rubato alla vita vera.

Iole e Sandro si ritagliano e creano il loro mondo perfetto, fatto su misura per loro, che serve per scappare dalla quotidianità di una vita opaca e in cui il vero protagonista è l’amore.

Sandro, che è un avvocato per eredità paterna più che per vera passione, ha in realtà il sogno di diventare uno scrittore, ma la sua vita non gli dà gli stimoli giusti, tra un lavoro opprimente e una famiglia che non lo soddisfa.

Poi succede un fatto inatteso e in fondo sperato.

Ha incontrato una donna capace di modificare le sue prospettive sulla vita. Ha incontrato Iole. Si è innamorato. … Il richiamo che ha sentito nei confronti di Iole non è un magnetismo ma un vero e proprio legame. Gli sembra che sia naturale e giusto cercarla, che ne guadagnerà in felicità, sì, azzarda proprio questa parole e non se la raffigura pesante e complicata come uno scrigno di tesori, ma leggera come una mongolfiera.”

E noi ci ritroviamo a vivere con i protagonisti questa storia d’amore, fatta di fughe pazzesche, di cene romantiche e di tanta passione. Ogni scena viene narrata in modo sentito, vero, e il lettore si ritrova accanto ai protagonisti a provare con loro i sentimenti che vivono, a soffrire le loro solitudini, a combattere le loro battaglie.

“L’incontro con Iole gli offrì questa possibilità, una scansione della sua ansia, un volano per la sua voglia di una vita diversa. L’amore per Iole non lo stana né lo approva, non lo giudica e non lo definisce. I due, all’inizio, giocano.”

E proprio perché all’inizio è un gioco, bellissimo e temerario, i due amanti decidono di stilare una serie di regole, che a primo impatto sembrano molto ragionevoli, perché create per non soffrire e per far durare il gioco all’infinito. Per fare in modo che una storia d’amore bella e nata per gioco non si trasformi in un altro cappio come quello familiare che già li opprime.

Creano, così, il loro amore lieve.

“La costituente degli amanti produce il documento con il quale Sandro e Iole sottoporranno alcuni dei punti più delicati della loro vita a un esperimento che un po’ li riduce a cavie di se stessi, un po’ li illude di veleggiare verso una libertà titanica, verso un anticonformismo che è insieme un atto politico e una conquista personale.”

Il loro amore, quando stanno insieme, è totalizzante e non c’è tempo per dare corpo alle insofferenze, per trasformarsi nelle persone che non sono volute essere, per rinnegarsi. Non hanno paura di sentirsi liberi. E godono di questa libertà che possono trovare solo stando insieme.

Si inventano un rapporto che li migliora e che li fa godere quanto di bello e utile hanno a portata di mano. Evitano gli equivoci, i malintesi, le offese e i litigi.

Ma fino a quando potrà durare una rapporto del genere?

“Un certo tipo di scelta – quella di vivere due rapporti, due esperienze amorose importanti e in un certo senso due vite in una – presuppone una vera e propria rimozione del rischio, altrimenti è impossibile da attuare. E’ necessario far retrocedere l’insolito al rango di ordinario, il riprovevole ad accettabile, la menzogna a necessità, il complicato a fattibile, l’impossibile a gioia, l’ingordigia a fame vera, il piacere a priorità.”

Ed è questo che fanno Sandro e Iole, e lo fanno fino in fondo.

Questa è la storia di due persone che amano, che vogliono vivere sfuggendo l’ansia di una vita grigia e tetra, due persone che fuggono per rendere la loro vita migliore.

E il lettore li segue, appassionato, rapito dalla narrazione delle loro vicende, ammirato per l’arguzia, lo sfrontato egoismo che hanno nei confronti del mondo, perché riescono a fare cose che sarebbero impensabili. E perché riescono a vivere esattamente come vogliono.

Ma sempre, in ogni relazione, alla fine arriva la resa dei conti. Arriva un momento in cui si tirano le somme di ciò che si è avuto e di ciò che si è dato.

E i nostri eroici protagonisti non ne sono esenti, ma soprattutto Iole.

“Mi dico che bisogna aver voluto bene per riuscire ad armare contro se stessi certe malinconie, bisogna avere qualcosa da perdere per sentire così forte il desiderio di distruggere. Serve un amore, serve un padrone a cui ribellarsi.”

E così l’idea dell’amore lieve, l’idea di quell’amore vissuto solo nel bene e mai nel male, viene valutata da un’altra prospettiva. Quella del “dopo”. Se è vero che gli amanti non devono avere memoria e non devono avere ricordi, è anche vero che “non esiste amore senza macigni sul cuore. … Ci serve un’ossessione, o un’esperienza che giustifichi e in un certo senso salvi una vita per altri versi insulsa. Sulle pagine della mia vita, nel libro che io al contempo scrivo, leggo e sono, quell’opera è il mio rapporto con Iole. A lei dopo trent’anni attribuisco lo stesso nome, lo stesso participio presente con cui ci definimmo in un’altra epoca: amante, la mia amante, io il suo, una sola parola, senza distinzioni di genere come vale per gli angeli. Siamo noi il progetto e l’opera, siamo noi la vittoria e la sconfitta, la prova, la conseguenza, il limite. Noi, le nostre vite, l’esperimento, il metodo. Le regole.”

Un bellissimo romanzo che spinge a riflettere sull’amore e sulle sue conseguenze, su quello che si è disposti a fare e a diventare per amore.

Un libro sulle montagne russe dei sentimenti, quando sono vissuti davvero e intensamente.

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