Recensione: “Siamo riflessi di luce” di Samuel Miller

Cari appassionati lettori,
oggi vi proponiamo il romanzo d’esordio di Samuel Miller, un romanzo che vi farà sognare e che vi saprà tenere incollati alle sue pagine dall’inizio alla fine. Con una penna accattivante e magnetica, Miller si dimostra essere un autore davvero promettente che non vedrete l’ora di leggere ancora e ancora.
Buona lettura!

Siamo riflessi di luce

Samuel Miller

Traduttore: Alba Bariffi
Editore: HarperCollins Italia
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 19 settembre 2019
Pagine: 144 p., Brossura

EAN: 9788869055270

Recensione a cura di Nelide

Arthur Louis Pullman Terzo, nome impegnativo per un ragazzo che non sa ancora qual è il suo posto nel mondo, vive da solo con il padre da quando sua madre se n’è andata. Nella sua città, Palo Alto, California, in seguito a un brutto scoppio d’ira, è considerato alla stregua di un criminale. Ecco perché viene mandato lontano, a vivere con gli zii in un piccolo paese sperduto. A Truckee non c’è molto da fare se non scartabellare nella biblioteca di famiglia ed è qui che Arthur scopre, all’interno di un vecchio tomo di ornitologia, alcuni scritti nascosti, quasi un diario, di suo nonno, Arthur Louis Pullman Primo. Un famoso scrittore, che, un po’ come Salinger, aveva pubblicato un solo grandissimo libro diventato di culto molti anni prima, per poi ritirarsi a vita privata e morire inspiegabilmente a migliaia di chilometri di distanza da casa. Ma adesso Arthur è convinto di avere la chiave per sciogliere il mistero della sua scomparsa: nel diario ci sono un indirizzo e l’indicazione di una linea ferroviaria, la leggendaria California Zephyr. Decide così di salire a bordo del treno e, grazie agli indizi disseminati negli ultimi, sconnessi, pensieri dello scrittore, andare in cerca della verità sull’ultima settimana di vita di suo nonno.

«Se ci pensate, affondare somiglia molto a essere lanciati nello spazio. Galleggi senza la costrizione della gravità e ogni cosa va al rallentatore, senza peso, muovendosi con te da un mondo all’altro»

Arthur Louis Pullman Terzo sta letteralmente affondando, la sua vita è andata in pezzi, il futuro che era stato scritto per lui è andato in frantumi, non ha più un posto, un obiettivo, una ragione per credere nel domani. Originario di Palo Alto, California, diciottenne innamorato di Kaitlin, donna persa a causa di un brutto scatto d’ira, è adesso costretto a trasferirsi a Truckee, uno sperduto paesino dove vivrà con lo zio Tim, istallatore di impianti idrici e la zia Karen la cui prediletta attività di sostentamento consiste nell’acquistare oggetti di dubbia utilità alle varie svendite per rivenderle su eBay. Da circa dodici anni, questi vivevono nello stesso chalet passando tutto il tempo del loro matrimonio a vantarsi di insignificanti ristrutturazioni. Orfano di madre, venuta a mancare quando il ragazzo aveva appena nove anni, e con un padre, che a sua volta si chiama Arthur Louis Pullman Jr, venditore di assicurazioni sulla vita, il protagonista è consapevole di non poter più, nonostante i buoni propositi e auspici della famiglia, credere in quello che fino a poco tempo prima rappresentava il suo divenire.

«La borsa di studio tornerà»; e invece no. «L’università di Los Angeles ti accetterà comunque»; e invece no. «La tua vita si rimetterà a posto»; e invece no. Non senza Kaitlin, era impossibile.

Tuttavia, trasferirsi a casa degli zii significa anche tornare a rivivere i luoghi di Arthur Louis Pullman primo, e cioè il nonno, colui che è stato autore di un unico romanzo ma dal successo indiscusso: “Lontano da tutto”. Con questo, lo scrittore aveva vinto tutto quello che poteva essere vinto con un libro, era stato Premio Pulitzer, best seller del New York Times, Nationa Book Award etc. etc.. Grazie ai proventi delle vendite le generazioni successive erano riuscite a mantenersi discretamente e a vivere nell’agio tanto che adesso millantano di effettuare una nuova operazione commerciale atta a riproporre in una rivisitata versione l’opera per continuare a sfruttarne i proventi. Arthur Louis Pullman Terzo non è favorevole a ciò ma non è in grado di opporsi alle volontà dei parenti. Mai avrebbe però dimenticato quel 27 aprile, l’ultimo giorno in cui aveva visto suo nonno scomparso nel nulla e ritrovato, privo di vita, misteriosamente in Ohio.

«Chicago, Illinois, 5 maggio 2010 – Forse uno degli eventi culturalmente più tristi a cui siamo stati costretti ad abituarci in questo paese, in questo secolo, è la scomparsa delle icone della letteratura. Ieri questa tragedia ordinaria ci ha colpito in modo tutt’altro che ordinario, portandoci via uno dei nostri scrittori più amati. Arthur Louis Pullman, autore del classico moderno Lontano da tutto, si è spento tragicamente e misteriosamente in un ospedale di Kent, Ohio. Sua moglie, Josephine Pullman, era mancata nel 2005. Gli sopravvivono i due figli, Arthur Jr e Timothy

Dalla pubblicazione del romanzo nel 1975, Pullman aveva iniziato ad allontanarsi dal mondo editoriale e dall’opinione pubblica, senza mai più avvicinarvisi. Il resto della sua esistenza era trascorso in un decrescendo che era culminato in quella malattia degenerativa della mente. Nel vuoto, nel niente.

«Io so com’è non provare niente. È qualcosa di irresistibilmente leggero. Inizia in un singolo punto e si amplia verso l’esterno, così in fretta che il mondo reale brucia nella sua scia finché non c’è altro che luce. È la lampadina incandescente nello spazio dietro la radice del naso, fra gli occhi. È quel paio di centimetri fra la tua pelle e ogni altra cosa che esiste

Una volta in mansarda, separatosi dal padre e dagli zii, un oggetto rotto e una rivelazione si apre innanzi agli occhi del ragazzo: il nonno ha lasciato una traccia, un diario datato proprio 27 aprile 2010, un foglio con delle parole scritte, forse in codice, che nascondono un mistero, un mistero che ruota attorno a una linea ferroviaria, la leggendaria California Zephyr, un indirizzo, una donna, un segreto e molto altro ancora. Che fare? Decidere di scoprirlo, quel mistero, o lasciarlo cadere nell’oblio, nei recessi della memoria?

Arthur Louis Pullman Terzo non può non sapere e così prende quel treno quasi come se fosse in fuga da qualcosa e si mette alla ricerca. Ma alla ricerca di che cosa? Perché da quel viaggio, da quell’avventura non solo riuscirà a scoprire tante cose su suo nonno, sul suo passato e sulla sua famiglia ma riscoprirà anche se stesso ritrovando anche la sua strada.

Con una penna precisa, diretta, rapida e fluente, Samuel Miller dona ai lettori un romanzo davvero interessante e con molteplici spunti di riflessione. Perché tutti possiamo sbagliare, tutti possiamo perdere quella che è la nostra via ma dobbiamo comunque credere nel domani, in una seconda possibilità, in noi. Non dobbiamo mai dimenticarlo, non dobbiamo mai perdere la speranza.

L’autore ci conduce per mano in un vero e proprio percorso di crescita personale, un percorso che ci coinvolge, che ci rapisce, che ci stimola ad andare avanti divorando semplicemente il componimento. Ogni pagina è accattivante, magnetica, ben costruita. L’arcano, inoltre, che si cela attorno alla figura del nonno, alla sua scomparsa, al suo ritrovamento in uno Stato completamente diverso, a quel biglietto scoperto per caso, solleticano la curiosità di chi legge accompagnandolo passo passo sino ad un epilogo ben costruito e in perfetta simmetria con il narrato.

Il risultato è quello di un romanzo d’esordio sinceramente degno di nota, estremamente piacevole e adatto ad ogni cuore romantico e sognatore.

L’autore:

Samuel Miller è nato a Vermillion, South Dakota e ora vive a Los Angeles, dove, oltre a scrivere, è regista di video musicali e allenatore di una squadra giovanile di baseball. Ha cominciato a scrivere su un furgone, mentre era in tour con la rock band Paradise Fears. “Siamo riflessi di luce” (Harper Collins) è il suo esordio letterario.

Materiale fornito dalla casa editrice

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