Recensione: “Una lettera per Sara” di Maurizio De Giovanni

Buongiorno Lettori!
Oggi voglio invitarvi a leggere un bellissimo giallo italiano: “Una lettera per Sara”, terzo capolavoro di Maurizio de Giovanni che ha come protagonista Sara Morozzi, membro dei Servizi Segreti in pensione con l’innata abilità di comprendere gli altri.
Un libro sfumato nelle atmosfere ma serrato nella racconto che vi attirerà come una calamita alle sue pagine.

Una lettera per Sara

 Maurizio De Giovanni

Editore: Rizzoli
Collana: Nero Rizzoli
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 19 maggio 2020
Pagine: 350 p., Brossura
EAN: 9788817146388

Recensione a cura di Francesca Simeoni

Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l’ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. Afflitto e fiaccato nel fisico, il vecchio superiore di Davide assomiglia proprio a uno spettro. È riapparso dall’ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa, il rito del caffè delle undici è andato in malora: così ci sono tutti gli estremi per tergiversare. E infatti Pardo esita. Esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Dopo tanta sofferenza, nella vita di Sara è arrivata una stagione serena, ora che Viola, la compagna del figlio morto, le ha regalato un nipotino. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare. In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell’indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d’essere, e scoprire chi siamo davvero.

“…Quando udì la melodia dell’acchiappasogni, alzò la testa smettendo di armeggiare con una pila di volumi che aveva comprato il giorno precedente. Doveva ordinarli in base all’anno di stampa, e non era facile perché spesso l’informazione andava dedotta dalla legatura, dalle illustrazioni, dalla grammatura della carta. Chissà perché sulle opere più datate alcuni editori non riportavano le indicazioni tipografiche.

Notò subito che l’uomo era sudato. In genere i clienti avevano l’atteggiamento del perditempo, una blanda curiosità dipinta sul volto e le mani in tasca. Questo invece pareva avere fretta. Molta fretta. Era scuro di carnagione, aveva i capelli radi e spettinati, e occhi neri che dardeggiavano attorno come in cerca di qualcosa. La primavera non si era ancora rassegnata a cedere all’estate, e il clima era fresco, tuttavia il sudore gli colava copioso dalla fronte rigandogli le guance. Anche la camicia sotto la giacca grigia era inzuppata. Di sicuro aveva corso…”

Una ragazza come tante scompare in una notte come le altre, nessuno sa che fine abbia fatto e le forze dell’ordine la dimenticano presto.

Unico che non può e non vuole dimenticare è il fratello, il Vicecommissario Angelo Fusco, che, malato e al termine di una brillanta carriera, dopo trent’anni spera finalmente di scoprire le sorti dell’amata sorella e di ottenere per lei la doverosa giustizia.

Per farlo chiede aiuto all’Ispettore Davide Pardo.

“«Ma tu chi cazzo sei, porca miseria?». Il vecchio sorrise con un’espressione triste, senza allentare la stretta. «Non mi riconosci più, ispettore? È bastato solo qualche anno perché ti dimenticassi di me?» Davide strizzò gli occhi e mormorò: «Fusco? Ma che…». Tacque di colpo, prima di pronunciare la domanda che gli veniva spontanea. L’altro annuì, senza togliersi dalla faccia il sorriso malinconico. «Quello che rimane di Angelo Fusco, sì. Me lo offri un caffè, Pardo? Sai, sono un po’ a corto, negli ultimi tempi.» Peppe, abituato a comprendere al volo le situazioni, mise due tazzine sul piano della macchina..”

Dopo una prima incomprensione e la paura che tutto possa ancora una volta essere dimenticato,  il caso viene preso a cuore da Sara Mora Morozzi e da Viola, la madre del nipotino di Sara, Massimiliano, la famiglia acquisita di Pardo

Inizia così un’indagine serrata che porterà a scoprire segreti nascosti, corruzioni, insabbiamenti e ricatti, in un emozionante corsa indietro nel tempo che avrà notevole ripercussioni anche nel presente di ogni protagonista.  

“Una lettera per Sara”  è un romanzo a veramente speciale, adatto a chi adora perdersi nelle investigazioni accompagnando i protagonisti nelle loro inchieste, ma non desidera incontrare sul proprio cammino troppa violenza o fiumi di sangue.

La trama è molto ben costruita e lascia il lettore con il fiato sospeso quasi fino all’ultima pagina; la prosa è delicata, che non significa banale o superficiale – non lo è mai -, ma delicata come l’atmosfera creata attorno ai personaggi che sono oramai nostri amici fidati.

De Giovanni non si è smentito, riuscendo a catturare la mia attenzione – come sono sicura catturerà la vostra – seminando tra le righe indizi e tracce che mi hanno condotto ad un finale per me del tutto inatteso.

Questo è un libro che non deve mancare nelle Vostre librerie, fidatevi!

Maurizio De Giovanni

Libri di Maurizio De Giovanni

Nato nel 1958 a Napoli, è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d’inverno (2017) e Il purgatorio dell’angelo (2018). Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018). 
È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco).
Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo. Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un’altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell’antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira). Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani. Del 2018 sono Sara al tramonto (Rizzoli) e Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Nel 2019 pubblica per Sellerio Dodici rose a Settembre e nel 2020 per Rizzoli Una lettera per Sara.

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