Recensione: “Il figlio dell’italiano” di Rafel Nadal

Cari lettori oggi vi parleremo del di un libro che ci regala un pezzo di storia italiano sconosciuto a molti: il bombardamento e il naufragio della corazzata Roma da parte dei fascisti nella seconda guerra Mondiale.
Un storia affascinante che ci porta indietro nel tempo.

Il figlio dell’italiano

 Rafel Nadal

Traduttore: Stefania Maria Ciminelli
Editore: De Agostini
Collana: DeA Planeta
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 10 marzo 2020
Pagine: 362 p., Brossura
EAN: 9788851177034

Recensione a cura di Antonella Punziano

Tutti evitano la casa di Mateu della Mina, la più misera del paesino catalano di Caldes de Malavella. E anche Mateu, se potesse, farebbe lo stesso. Figlio di un boscaiolo e di una lavandaia, è tutto il contrario della sua numerosa famiglia: laddove genitori e fratelli sono irruenti e litigiosi, lui è introverso e riflessivo, e alla loro scarsa voglia di lavorare oppone un’indole seria, rispettosa e determinata. Mateu, si mormora in paese, è “il figlio dell’italiano”, un soldato sopravvissuto al naufragio della corazzata Roma, bombardata dai nazisti dopo l’armistizio del 1943. Del forestiero si ricordano solo i modi gentili, il bell’aspetto e le canzoni napoletane che amava fischiettare. È alla morte della madre, a sessant’anni quasi compiuti, che Mateu decide di chiarire il mistero delle proprie origini: intraprende così un viaggio attraverso Spagna e Italia, alla scoperta di un amore proibito e di ricordi a lungo rimossi. A tornare alla luce saranno, oltre alla sua, le storie delle centinaia di marinai italiani scampati al bombardamento della Roma e delle famiglie catalane che offrirono loro rifugio. Le vicende di Ciro, Santo, Ovilio, Gavino e del Poeta si intrecciano così a quelle di Joana che amava i fiori, di Pere di casa Rabassa, padre fuggitivo della piccola Carme, di Quimeta di Vidreres, la “fidanzata catalana”, e di Manela dell’Ideal, indomita figura di vedova capace di ribellarsi alla violenza della Storia.

La storia si sviluppa su più piani temporali alternando, come in una matriosca, diverse storie, nelle storie.

Uno stile cha ammalia il lettore fin dalle prime pagine consentendogli di immergersi nelle vicende dei protagonisti con una visuale a 360°.

La narrazione inizia ai nostri giorni: è un giugno del 2016 e siamo in Spagna in un cimitero dove l’autore ha raggiunto Mateu per fargli qualche domanda sulla storia degli italiani in Spagna. Così, il giorno dell’anniversario della morte della madre, davanti alla lapide di Joana, i due si trovano per ripercorre un pezzo di storia italiana dolorosa quanto affascinante.

Affasciante come il modo in cui Rafel Nadal decide di raccontarlo dando voce a tutti i protagonisti della grande famiglia di Mateu e poi a Ciro, l’indiscusso portavoce di tutti i militari italiani che nel 1943 si sono trovati involontariamente a trascorrere un pezzo della loro vita nella penisola iberica.

Mateu nasce in una casa povera, la Mina, dove vive con i quattro fratelli, un padre boscaiolo sempre assente e molto violento ed una madre sulle cui spalle poggia l’intera famiglia. 

La città in cui vive è piccola e i pettegolezzi sono all’ordine del giorno: non è, quindi difficile per Mateu sapere la verità sulle sue origini e scoprire che la sua nascita è legata al periodo in cui gli italiani rimasero in città e che uno di essi potrebbe essere il suo vero padre.

Mi sono sempre sentito diverso. Sono nato nella casa più povera di Caldes de Malavella, in quella che adesso chiameremmo una famiglia destrutturata, di cui non mi sentivo di far parte. Mio padre era boscaiolo e veniva a casa solo una o due volte a settimana. Quando c’era, passava tutto il giorno a gridare e a bestemmiare e picchiava mia madre. Lei si ammazzava di lavoro; alle sei di mattina stava già lavando i panni in alcune case del paese e alle otto entrava a lavorare nella macelleria di casa Bardala, dove l’avevano presa come donna delle pulizie e dove alla fine era rimasta quasi come figlia adottiva.

La sua storia si intreccia con quella di Flaçà, la giovane parrucchiera del paese destinata a diventare la compagna di vita di Mateu, una figura imponente e singolare che saprà stargli accanto nell’impresa di cercare il vero padre e dare un senso a quei fantasmi che hanno spesso fatto capolino nella sua vita.

La sua narrazione si alterna a quella di Feliu, fratello maggiore, perduto da piccolo ma ritrovato da grande, spalla e amico dei giorni della sua vita adulta.

A questa parentesi iniziale segue la storia di Ciro ed il lettore si trova fin da subito a leggere le tragiche scene del bombardamento da parte dei nazisti della corazzata Roma.

Quando si trovava a metà discesa, una bomba cadde direttamente sulla coperta laterale, all’altezza del secondo fumaiolo, destabilizzando la nave, che si inclinò leggermente a dritta. Le luci si spensero. Ciro si vide intrappolato sulla scala: gli uomini, terrorizzati, spingevano in cerca di una via d’uscita e ostruivano il passo; tutti gridavano. La nave continuava a inclinarsi e non sembrava che potesse recuperare la sua posizione […]

Neanche il profeta del libro dell’Apocalisse aveva descritto mai niente di così orribile come l’inferno che Ciro si trovò davanti quando finalmente riuscì a mettere i piedi sulla coperta della corazzata Roma. Decine di uomini bruciavano vivi come torce e correvano in tutte le direzioni tra urla spaventose. C’era una distesa di corpi per terra, con le estremità amputate. Alcuni avevano delle schegge di acciaio conficcate come pugnali. Quelli che erano ancora coscienti supplicavano chiedendo aiuto. Tutti si contorcevano dal dolore e gemevano come animali feriti a morte.

Le vicende di Ciro e dei suoi amici e colleghi Ovilio ed il Poeta, si intrecciano con quelle di Joana, la madre di Mateu, permettendo al lettore di ricostruire i pezzi di una storia che ha lasciato dietro di sé ricordi indelebili in ciascuno dei suoi protagonisti.

Un libro che rimarrà impresso nel cuore dei lettori per le sue atmosfere magiche: dolore e amore si alternano regalando oasi di spensieratezza nel buio della lontananza e della perdita.

Rafel Nadal sa narrare egregiamente tempi e luoghi impreziosendo il racconto con particolari poco conosciuti, che renderanno al lettore nuovi tasselli di un periodo da dimenticare, ma che in fondo, ci ha insegnato tanto.

La scrittura è semplice e piacevole allo stesso tempo mentre lo stile è decisamente singolare e per questo accattivante.

Una saga familiare ed un libro storico allo stesso momento, ma anche romanzo d’amore e di amicizia, che rappresentano i temi portanti ed il messaggio stesso del libro: un amore salvifico che riesce a stemperare il dolore della perdita e della lontananza restituendo al protagonista giorni di pace e serenità.

Ciro si girò verso il lato del campo e vide Joana, con il vestito blu con il colletto di merletti bianchi, lo stesso che indossava la prima volta che l’aveva vista nella macelleria di casa Bardala […] Joana gli fece un gesto discreto con la mano e lui corrispose con uno sguardo vivace […] Pazzesco quanto piaceva a tutti, quella ragazza! Dal centro del campo, Ciro la guardò di nuovo e un pensiero fugace gli attraversò la mente: gli sarebbe piaciuto portarla con sé in Italia?

Dopo averlo letto sembra di essere ancora lì, con Ciro e Joana, personaggi difficili da dimenticare e da sostituire eppure consapevoli che ci hanno regalato una storia meravigliosa

Il portiere aveva i guanti in mano e gli mise il braccio sulla spalla. Gli attaccanti si passarono istintivamente la mano tra i capelli, appena pettinati, e sorrisero all’obiettivo. In quel momento il fotografo scattò e immortalò l’esplosione di allegria dei giocatori italiani, che contavano i giorni che mancavano per tornare a casa. E, proprio al centro dell’immagine, ritrasse per la posterità lo sguardo tranquillo di Ciro Sannino, che sfidava, anche lui, l’obiettivo con un sorriso deciso: no, non poteva rimanere a Caldes, e non poteva neanche proporre alla ragazza di andare con lui a Napoli. Joana aveva due figli: non potevano lasciarli soli a Caldes né avrebbero potuto portarli in Italia. La loro storia era arrivata alla fine.

Libri di Rafel Nadal

Rafel Nadal.
È nato a Girona nel 1654. Scrittore e giornalista di successo, ha vinto i premi letterari Josep Pla, Joaquim Amat-Piniella e Anglada. È noto per aver raccontato e dato vita alle storie delle famiglie contadine in Spagna e in Italia durante il fascismo. Il segreto dell’ultimo figlio (Salani, 2017), scritto dopo aver visitato il paese pugliese di Locorotondo, è il suo terzo romanzo.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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