Recensione: “Il secolo d’oro dell’antica Roma”

Bentrovati amici lettori,
ieri è uscito un interessante saggio storico, Il secolo d’oro dell’antica Roma di Sara Prossomariti, interamente incentrato su uno dei periodi più affascinanti dell’età romana, quello dell’età imperiale. Noi vogliamo parlarvene poiché l’analisi all’interno è condotta in modo così impeccabile da renderlo un libro imperdibile sia per gli appassionati di tale epoca sia per chi intende accostarvisi per la prima volta.

Il secolo d’oro dell’antica Roma. Da Augusto a Marco Aurelio: quando l’impero raggiunge il massimo splendore

Sara Prossomariti

Editore: Newton Compton
Collana: I volti della storia
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 26 settembre 2019
Pagine: 330 p., ill. , Brossura
EAN: 9788822736215

Recensione a cura di Rosa Zenone

Come si fa a stabilire qual è il secolo d’oro dell’antica Roma? Ci fu davvero un secolo d’oro? Quello che è certo è che si può parlare di un’epoca di oltre un secolo e mezzo piena di eventi che hanno portato Roma all’acme della sua potenza per poi dare inizio a un fisiologico e inesorabile declino. Questo libro si propone di analizzare il periodo che va dal principato di Augusto fi no alla morte di Marco Aurelio per capire come è cambiata Roma in quegli anni e perché. Ogni imperatore ha contribuito a plasmare l’impero romano ma anche a favorirne il crepuscolo, ecco perché non bisogna accontentarsi di un elenco di dati biografi ci ma è necessario procedere con un’analisi dell’operato di ognuno da un punto di vista militare e legislativo. Solo considerando questi aspetti in quell’arco di tempo, infatti, sarà possibile farsi un’idea della grandezza di una civiltà che ha saputo influenzare in modo così incisivo le sorti della storia.

Per capire bene se effettivamente vi fu un secolo d’oro nell’antica Roma dobbiamo partire dal presupposto che alcuni stereotipi vanno demoliti al fine di comprendere meglio la storia dell’Urbe e giudicare serenamente i suoi protagonisti. In linea di massima, un periodo d’oro è stato identificato ed è quello che va dal principato di Ottaviano Augusto fino a Marco Aurelio: come è evidente si tratta di un secolo e mezzo e non di cento anni. Un periodo abbastanza lungo in cui, Roma raggiunse l’acme in termini politici, militari, artistici, architettonici e militari. Ogni capitolo di questo libro è dedicato a uno o due imperatori. Al di là dei dati biografici, utili a comprendere il carattere di ognuno e quindi le loro scelte, intendiamo analizzare principalmente ciò che questi uomini hanno fatto per l’Urbe. Quello che ci interessa davvero dunque è capire come ogni imperatore abbia influito sull’evoluzione di Roma in quanto città e in quanto potenza.”

L’opera mira ad analizzare quello che da molti è ritenuto il secolo d’oro dell’antica Roma, seppure temporalmente di poco più lungo, ossia quel lasso di tempo che intercorre da Augusto a Marco Aurelio, con l’intenzione di comprendere in quale misura tale denominazione sia corretta. A tale scopo viene dichiarata una scelta programmatica e coerentemente sviluppata all’interno del libro, quella di soffermarsi sulle azioni concrete degli imperatori che incisero realmente sul benessere di Roma, in conformità a ciò di volta in volta viene fornita un’ampia e diramata panoramica delle operazioni belliche, delle strutture e dei monumenti ingaggiati da ogni singolo imperatore. Particolare rilevanza è data inoltre alle opere letterarie, soprattutto laddove si richiamano alla politica a mo’ di propaganda o in modo del tutto avversativo, il che fornisce un excursus di ampio raggio che delinea a trecentosessanta gradi gli anni presi in esame.

Tappa dopo tappa il saggio ci consente di seguire quasi interamente l’instaurazione e l’evoluzione dell’impero, dalle basi gettate da Cesare che conducono alla fine della Res Pubblica, proseguendo poi con i timidi tentativi di accentramento del suo fondatore Augusto, fino ad arrivare a quelli più espliciti dei suoi successori.

“Provate a immaginare l’antica Roma come un vaso. L’epoca repubblicana corrisponde alla fase di selezione delle materie prime che da Cesare in poi, e soprattutto grazie ad Augusto, vengono messe insieme per dargli forma. Una volta abbozzato, è passato di mano in mano fino ad arrivare a Marco Aurelio. C’è chi l’ha fatto cadere rompendolo, chi si è preso la briga di ripararlo, chi ha aggiunto dei dettagli e chi invece ha ritenuto opportuno eliminarli. Alla fine di questo lungo percorso finiremo per renderci conto che non c’è stato un secolo d’oro ma solo momenti buoni alternati a momenti cattivi. Ci sono stati imperatori più abili di altri, alcuni nati per fare questo mestiere e altri che avrebbero volentieri fatto altro. C’è chi ha rotto il nostro vaso di proposito e chi per goffaggine, ma ognuno di loro ha lasciato la sua impronta su quell’oggetto”

L’immagine più suggestiva che rinveniamo è sicuramente quella che identifica l’impero metaforicamente come un vaso che passa di mano in mano e che, inevitabilmente, ne porta di volta in volta i segni. Una figura così argutamente atta a rendere l’idea da rimanere sicuramente impressa per tempo immemore nella mente dei lettori.

Naturalmente il saggio non può prescindere dal presentare i protagonisti della storia analizzata, ma nel farlo rigetta stereotipi e facili idealizzazioni, la loro presentazione è condotta sine ira et studio. Nel fornire un giudizio vengono adottate le fonti storiografiche dell’epoca ma non accettate quale Ipse dixit, bensì contestualizzate e sottoposte ad argomentazioni e conseguenti confutazioni, ben ancorate nella consapevolezza che le notizie super partes non siano mai esistite.

Un lavoro rigoroso corredato da una vasta bibliografia che include non solo Tacito, Svetonio, Cassio Dione e altri autori del periodo, ma anche studi critici contemporanei. Tutti questi riferimenti poi sono sottoposti al vaglio critico e razionale dell’autrice che dimostra, oltre a una spiccata sensibilità, un’assoluta presa di obiettività.

“Diciamo che Ottaviano ebbe l’immenso merito di essere un grande uomo politico, capace di scegliersi dei collaboratori validi ma non fu assolutamente un grande guerriero come il prozio Cesare. Preso atto di questo avremo modo di apprezzarlo meglio come uomo, senza imporre tutti quei filtri che spesso gli scrittori latini hanno introdotto per esaltare la sua figura attribuendogli anche meriti non suoi.”

Lo stesso Augusto, di cui tutti sicuramente abbiamo un’immagine inappuntabile che rasenta la perfezione, non è raffigurato come “eroe senza macchia” ma con i propri pregi e difetti. I ritratti che si susseguono ci rammentano come gli imperatori in realtà non fossero che mortali, alcuni più abili e con maggiori inclinazioni politiche semplicemente, il che non presuppone immunità da imperfezioni, cosa che a volte noi posteri tendiamo a dimenticare lasciandoci accecare dalla magnificenza del mito di Roma.

Allo stesso modo, se tutto ciò che sembra luccicare non è presentato come oro puro, anche gli imperatori che negli anni hanno subito maggiori accuse e oggetto di leggende nere, in questo libro mostrano dei lati positivi, proprio grazie all’ottica adottata che tende a scavare in fondo e a non prediligere cliché e pregiudizi. Le varie figure che si avvicendano sulla scena non sono mai monolitiche, bensì ricche di sfumature. Ne derivano raffigurazioni per certi versi inedite e che forniscono interessanti spunti di riflessione e rivalutazione, secondo la più sana concezione di storia che mira a formare uno spirito critico nei propri adepti e non a volerli solo inondare di mera normatività mnemonica.

Un accento particolare è posto sul ruolo delle donne che affiancarono questi grandi uomini dell’antica Roma, d’altronde è risaputo che le relazioni di epoca imperiale siano state più intricate di Beautiful e di gran lunga più interessanti e autentiche. Ovviamente la menzione di quest’ultime non mira a voler intrigare attraverso il gossip, ma è presente laddove è necessario per spiegare i risvolti assunti dal corso storico.

“C’era un professore di storia romana all’università che ripeteva: «già in epoca tardo repubblicana l’uomo era ancora il capo di casa ma la donna ormai fungeva da collo».”

Vengono evidenziati legami, asti e trame sottese, non solo a livello sentimentale ma anche nell’ambito familiare, il tutto facilmente seguibile dopo aver fornito esplicazioni inerenti i singoli alberi genealogici, non solo in quanto quest’ultimi sono chiariti in modo inequivocabile ma anche grazie alla continua ripresa che facilita il lettore meno attento e più smemorato.

Si entra così nel vivo dei giochi di potere che interessarono quell’epoca, delle manovre che molto spesso non tralasciavano le relazioni umane, riuscendo dunque a cogliere i ragionamenti alla base di alcune decisioni e ad avere una visuale ad ampio raggio. Si ravvisa tutta la suspense di una politica condotta come una partita a scacchi, dove oltre a ponderare perbene le proprie mosse è necessario anche prevenire quelle ipotetiche dell’avversario, poiché a ogni azione corrisponde una reazione: il quadro che ne deriva risulta oltremodo affascinante.

Ogni evento è incasellato con il precedente e il successivo in un continuum che ne sottolinea le implicazioni e le conseguenze, un modo di narrare che risulta eccelso per calarsi completamente dentro la storia. Si muovono i personaggi ma anche ciò che li circonda, che sia la diffusione interna del cristianesimo o l’avanzata di qualche popolazione ai confini dell’impero ecc…, si riesce realmente a percepire le interazioni tra i protagonisti e i diversi fattori che vi si presentano, e a intuire in che modo abbiano inciso sul corso storico.

La prosa è chiara e scorrevole, con un tono altamente discorsivo e diretto che contribuisce a rendere piacevole la lettura di una materia che potrebbe suonare molto impegnativa, sembra di partecipare a una conversazione informale che però non rinuncia ad adoperare massima perizia, coerenza e scrupolosità, senza mai scadere nell’approssimazione. Non troverete la pedanteria normativa di alcuni libri scolastici né tantomeno la saccente ed enigmatica erudizione di molti docenti che parlano dall’alto delle loro cattedre. Il linguaggio adottato è massimamente esplicativo e alla portata di tutti, assicurando ripassi, approfondimenti e apprendimenti ex novo veloci e gradevoli.

Pur approfondendo le tematiche trattate in maniera ineccepibile il ritmo è veloce, non annoia in alcun tratto e l’attenzione resta vigile per tutta la durata della lettura, riuscendo ad assicurarsi la totale partecipazione e compenetrazione del lettore.

Un’opera che non può mancare nella libreria dei cultori di storia romana, ma neanche in quella di coloro che non si ritengono tali, poiché proprio attraverso un libro del genere potreste ricredervi totalmente, lasciate che le porte dell’impero romano si spalanchino davanti a voi.

Sara Prossomariti È nata nel 1984 e vive e lavora a Mondragone. Laureata in Storia e Archeologia, ha collaborato con la rivista «Civiltà Aurunca». Opera come volontaria presso il Gruppo Archeologico Napoletano da più di dieci anni e ha partecipato a diversi scavi archeologici in Grecia e in Italia. Guida turistica autorizzata della Campania, per la Newton Compton ha pubblicato I personaggi più malvagi dell’antica Roma, I signori di Napoli, Un giorno a Roma con gli imperatori, I grandi personaggi del Rinascimento, Il secolo d’oro dell’antica Grecia e, con Andrea Frediani, Le grandi famiglie di Roma antica.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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