Recensione: “Le ribelli” di Chandler Baker

Buongiorno cari lettori, oggi vi proponiamo un romanzo emozionante che è un thriller ed insieme una riflessione molto approfondita sul ruolo della donna nella società moderna. Buona lettura!

Le ribelli

Chandler Baker

Traduttore: Alberto Pezzotta
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 30 gennaio 2020
Pagine: 400 p., Brossura
EAN: 9788830452794

Recensione a cura di Antonella Punziano

Sloane, Ardie, Grace e Rosalita lavorano da anni alla Truviv, marchio di abbigliamento sportivo con sede a Dallas, e con molte delle loro colleghe hanno due cose in comune: sono madri lavoratrici e si muovono al di qua di una linea invisibile che le separa dai collaboratori uomini, nell’ombra del loro prepotente superiore Ames Garrett. Quando il CEO della Truviv muore improvvisamente e loro scoprono che la persona più vicina ad assumere il controllo del ruolo vacante è proprio Ames – che ha appena assunto una nuova ragazza, giovane, bella e single – capiscono che è arrivato il momento di fare qualcosa. Troppo a lungo, infatti, ci sono stati solo sussurri, bisbigli messi ripetutamente a tacere, ignorati o nascosti dai complici. Sloane, avvocato dell’azienda, convince le altre a fare qualcosa. Qualcosa di apparentemente innocuo, qualcosa che sembra un sussurro ma presto diventa un grido. La loro decisione metterà in moto una serie di catastrofici eventi all’interno dell’ufficio: le bugie saranno scoperte, i segreti verranno rivelati. E non tutti sopravvivranno. Le vite delle quattro protagoniste e delle persone a loro vicine – altre donne, colleghi, mogli, amici e persino avversari – cambieranno drasticamente di conseguenza.

Le storie di quattro donne che lavorano, ciascuna con un ruolo diverso, presso la stessa azienda si intrecciano con quella del loro capo. Ames Garrett, un personaggio decisamente equivoco che sembra nascondere qualche segreto.

La tranquilla vita lavorativa di Sloane, Ardie, Grace e Rosalita viene sconvolta dalla morte del Ceo e dall’arrivo di una nuova collaboratrice, Katherine, una ragazza giovane e carina, che sembra aver subito legato con quello che sembra il futuro CEO.

Prima di quel giorno, le nostre vite sfrecciavano su invisibili montagne russe, un convoglio incollato ai binari da leggi fisiche che sfuggivano alla nostra comprensione, malgrado tutte le nostre lauree. Ci sembrava di procedere in un caos controllato. Conoscevamo tutte le marche di shampoo secco. Impiegavamo quattro giorni a vedere un episodio completo di The Bachelor. Crollavamo dal sonno con le cosce scaldate dai laptop. Per noi staccare significava leggere fiabe della buona notte ai nostri figli, cercando di non fare il conto delle ore trascorse in ufficio e di quelle passate a fare la mamma, senza sapere che cosa c’era stato prima. Eravamo iperqualificate e sottoutilizzate, autoritarie e sempre dalla parte della ragione.

Man mano che scorrono le pagine conosceremo Sloane, avvocato in carriera vice di Ames, le cui vicende lavorative si intrecciano con quelle familiari della figlia, vittima di bullismo, che cercherà di difendere ad ogni costo contro una scuola superficiale e poco attenta, dedita solo a difendere la propria validità minimizzando le molestie subite dai compagni di classe.

Gli abusi della figlia saranno un’opportunità per riflettere anche sulla sua condizione e, in qualche modo, le daranno il coraggio di denunciare anche quello che accade in famiglia.

Grace, giovane mamma, da poco rientrata dalla maternità, dovrà fare i conti con la difficoltà di conciliare i bisogni e le continue richieste della figlia piccola con la vita professionale: sarà che si sono passata ma lei è il personaggio in cui mi ci sono rispecchiata di più e che, inevitabilmente ha finito per suscitare fin da subito la mia simpatia ed empatia.

Da fuori Grace sembrava una persona priva di complicazioni. Capelli ossigenati e vaporosi, animatrice di un club delle ex Tri Delta, frequentava la chiesa presbiteriana di Preston Hollow con il marito Liam – alto, capelli scuri, amante delle camicie a quadretti. […] «Ma quanto deve mangiare un bambino? Sono sempre attaccata a questo coso. E che cazzo, Ardie, mi sono ridotta a vedere Ellen di giorno.» Grace non diceva mai «cazzo». Ardie ricordava quanto sembrassero lunghe le giornate quando suo figlio Michael dormiva solo poche ore per volta. All’epoca si sentiva pesante e sporca, come se avesse sempre uno strato di lerciume su tutto il corpo, come se non si lavasse mai i denti. Ardie è una mamma single, avvocato anche lei, separata da un marito, verso il quale prova ancora rancore, ma sa essere molto generosa verso gli altri e non esiterà ad aiutare le sue amiche in una battaglia legale che fin da subito si mostra lunga e complessa.

E Infine Rosalita, la donna delle pulizie, anche lei mamma single, costretta a fare i conti con i soldi ma ricompensata da un figlio intelligente e molto dotata.

Ognuna di loro è una donna a modo suo straordinaria, qualcuna forse susciterà più simpatia delle altre ma questo dipenderà solo da quanto le vicende del libro si intrecciano con la storia personale del lettore: una cosa è sicura, la loro storia è il punto di forza del libro, più che il thriller in sé, perché pone chi legge di fronte a continui interrogativi e non solo quelli dei protagonisti.

Quello che ne è emerge è il quadro di una società che, per quanto voglia apparire moderna, in realtà non è ancora riuscita a trovare soluzioni idonee perché le donne abbiano le stesse opportunità lavorative degli uomini. E’ una società con un maschilismo ancora profondamente radicato, maschilismo che emerge anche nelle continue molestie cui ciascuna delle protagoniste è vittima e che, purtroppo, rappresentano l’attualità della società contemporanea.

Nessuna di noi aveva tempo. Per niente, a quanto pareva. Se il tempo fosse stato denaro, saremmo state tutte al verde. A volte nella lista dei bestseller del «New York Times» vedevamo comparire titoli promettenti come Donne che ce l’hanno fatta o Superimpegnate. Per qualche settimana ce li passavamo, cercando di mettere a frutto i loro consigli come una nuova dieta trendy. Ma tutte noi poi ci scontravamo con gli ostacoli insiti nel sistema. Per prima cosa, avevamo meno tempo a disposizione per lavorare rispetto ai colleghi maschi. E questo era un dato di fatto. Trenta minuti la mattina per asciugare i capelli con il phon. Dieci minuti per lisciarli o arricciarli. Un quarto d’ora per il trucco. Tre minuti per mettersi i gioielli. Sedici minuti per decidere cosa indossare. La sera tre quarti d’ora di aerobica, seguiti ogni tanto da quindici minuti di addominali. Se pensate che stiamo esagerando, date un’occhiata ai profili sui siti delle aziende, e capirete di cosa stiamo parlando.

Tema cardine del romanzo è , dunque, la molestia sessuale: tema difficile da affrontare ma che la scrittrice riesce a descrivere egregiamente rendendo pienamente i sentimenti di chi è costretta a subirle, vittima a volte inconsapevole, costretta a fare i conti con un senso di colpa che mina la propria femminilità ed il modo di esprimerla.

Terminata la lettura non ho potuto fare a meno di provare una profonda ammirazione verso la Backer che con coraggio porta alla ribalta un argomento ancora sommerso eppure piuttosto frequente: le violenze ai danni delle donne che spesso vediamo in TV rappresentano, purtroppo, solo la punta di icesberg…sotto ci sono le continue violenze quotidiane, celate sotto il velo della modernità di un pensiero che è tutt’altro che moderno, di cui tante donne sono vittime insonsapevoli.

Ogni giorno tra noi e il nostro lavoro si frapponevano centinaia di cose grandi e piccole, che andavano dall’irrilevante al disastroso. Così quando dicevamo che preferivamo non essere oltretutto costrette a sorridere, intendevamo: lasciateci fare il nostro lavoro, per favore. Quando dicevamo che preferivamo non sentire commenti sulla lunghezza delle nostre gonne, intendevamo: lasciateci fare il nostro lavoro, per favore. Quando dicevamo che preferivamo non avere in giro gente che cercava di toccarci, intendevamo: lasciateci fare il nostro lavoro. Per favore. Al lavoro volevamo essere trattate come uomini per lo stesso motivo per cui la gente comprava gli smartphone: semplificarsi la vita.

Al di là di questi temi significativi c’è un thriller, inizialmente oscurato dalla storia delle protagoniste, ma che eromperà, con effetti scenici sconvolgenti, nella seconda e ultima parte del libro, anche se mancano le atmosfere di suspence tipiche del genere.

Il colpo di scena è garantito da un finale brillante che sicuramente non deluderà il lettore.

Lo stile narrativo semplice e la scrittura scorrevole rendono la lettura piacevole e per nulla pensante, nonostante la complessità dei temi affrontati.

Chandler Baker

Libri di Chandler Baker

Nata nel 1986, lavora nell’ufficio legale di una grande azienda. È sposata e ha una figlia. Le ribelli è il suo primo thriller, edito in Italia da Longanesi nel 2020.

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