Recensione: “L’orizzonte ci regalerà le stelle”

Cari lettori, oggi vi presento un libro emozionante, un romanzo di narrativa storica, ricco di una storia mai raccontata completamente, che si legge tutto d’un fiato e che suscita infiniti sentimenti e stati d’animo dalla prima all’ultima pagina.

L’ orizzonte ci regalerà le stelle

 Ruta Sepetys

Traduttore: Roberta Scarabelli
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 9 luglio 2020
Pagine: 496 p., Rilegato
EAN: 9788811812111

Recensione a cura di Maria Ruggieri

Madrid, 1957. Da anni la Spagna è stretta nella morsa della dittatura franchista. Nel paese la tensione è palpabile e per sopravvivere esiste un’unica parola d’ordine: silenzio. Quello imposto dal regime che decide come ci si deve comportare per evitare terribili punizioni. E che Daniel, giovane fotoreporter, cerca di catturare nei suoi scatti, nonostante non gli sembrino mai abbastanza incisivi. Mai efficaci. Finché un giorno il suo obiettivo inquadra il volto di una donna: è diversa dalle altre, ha gli occhi fieri e cammina a testa alta come se non avesse paura di niente e di nessuno. Si chiama Ana e con il suo coraggio sprona Daniel a non arrendersi e a perseverare nel suo ruolo di testimone per scuotere l’indifferenza del mondo. Insieme, si aggirano per quartieri desolati, dove la lunga ombra della dittatura oscura ogni cosa. In luoghi dove si consumano separazioni forzate che intere famiglie sono costrette ad accettare senza batter ciglio. Senza nemmeno provare a opporsi. Non importa quanto sia pericoloso e quali rischi potrebbero correre: Ana e Daniel non sono disposti ad arrendersi di fronte a un destino che può e deve essere cambiato. Ma si tratta di una battaglia piena di difficili prove da superare, che presto li costringerà a fare i conti con un segreto che li riguarda da molto vicino. Un segreto che, se portato alla luce, trasformerà ogni cosa e li legherà per sempre.

Un romanzo emozionante, che cattura il lettore e lo tiene inchiodato alle sue pagine, che dalla prima all’ultima, sono piene di avvincenti descrizioni e colpi di scena che si susseguono in un ritmo serrato e suscitano mille sensazioni.

Sullo sfondo del regime franchista, l’autrice narra il clima di paura e vero e proprio terrore che domina il popolo spagnolo in un modo così magistrale che il lettore riesce a catapultarsi nel 1957 e a vivere, insieme ai protagonisti, la loro storia.

E’ la storia di una guerra silenziosa in cui il prezzo più alto l’hanno pagato gli indifesi e i deboli, i bambini e i ragazzi, vittime di pressioni ideologiche e violenze di ogni genere.

In questo scenario si mescolano le storie così diverse eppure così simili, per certi versi, di Daniel e Ana e delle loro famiglie, che in modo diverso ma ugualmente doloroso, soffrono a causa dei segreti.

Ogni personaggio viene descritto nelle sue caratteristiche che lo rendono unico e amato e la storia di ognuno è una storia che alla fine si incrocia alla storia degli altri e che non può lasciare indifferente il lettore.

Non si può evitare di fare uno sforzo per cercare di capire fino a che punto gli eventi storici influiscano sulla vita di chi la storia la subisce, e se ne rimane affascinati, indignati, affranti e delusi, via via che gli episodi si susseguono.

Così conosciamo Daniel, giovane diciottenne figlio di un magnate del petrolio e di una mamma spagnola, che ha la passione per le foto, ma viene ostacolato dal padre, che mai gli rivolge un complimento. Eppure le sue foto “parlano”, sono efficaci, raccontano storie, perché ci mette il cuore in quello che fa.

Ana, invece, lavora nell’hotel in cui Daniel alloggia ed è al servizio della sua famiglia. Una bellissima ragazza che vive nel terrore a causa della tragedia che l’ha colpita e di cui giorno per giorno paga le conseguenze.

“Il crimine dei suoi genitori ha lasciato Ana a remare in acque torbide di segreti morti. Nata nella lunga ombra della vergogna, non deve mai parlare pubblicamente dei suoi genitori. Deve vivere nel silenzio. Ma a volte, dagli angoli nascosti del suo cuore, rimbomba la domanda inquietante: “cosa si può costruire con il silenzio? … Ana è stanca del silenzio, stanca delle domande senza risposta e stanca di segreti. È una ragazza fatta di pezze rattoppate che sogna nuovi inizi. Sogna di andarsene dalla Spagna.”

Ma questi sogni sono solo utopia in un Paese in cui non si è liberi, in cui c’è la dittatura del  Generalìsimo Francisco Franco, El Caudillo, condottiero di eserciti, eroe per grazia di Dio, in cui la Spagna viene tagliata fuori dal mondo, in cui “ci sono colori di bellezza (a Madrid),ma anche colori di sofferenza. Fantasmi di guerra camminano per le strade in Spagna.“

E questi fantasmi hanno anche il volto della Guardia Civil, i cosiddetti “Corvi”, che incutono terrore nelle loro perlustrazioni del territorio e sono definiti “uomini di vernice con anime di vernice.”

Ana e i suoi fratelli Julia e Rafa lottano strenuamente per mantenere in vita ciò che rimane della loro famiglia.

“Per più di vent’anni la Spagna ha dato sangue. E a volte Rafa si chiede: quanto ne è rimasto da dare? Suo padre giustiziato. Sua madre imprigionata. Il loro crimine non era un’azione, bensì un’ambizione: insegnanti che speravano di avviare una scuola Montessori con metodi basati sullo sviluppo del bambino invece che sulla religione.”

Sembra che il sangue non basti mai, ma Ana vuole rompere il triste destino a cui sembra inevitabilmente diretta. Detesta sentirsi indegna e incapace di perseguire i desideri del suo cuore, detesta che il suo futuro sia determinato dal suo passato. La sua unica intimità è con il silenzio e il sapore delle lacrime.

Ma nell’albergo in cui lavora incontra e si scontra con un mondo nuovo, mai visto e mai neppure immaginato. Un mondo libero. E vorrebbe disperatamente farne parte. Ma perché accada il passato deve essere dimenticato.

E Daniel potrebbe aiutarla, raccontando al mondo, attraverso le sue foto, la storia di tutti quegli spagnoli che hanno subito ciò che non si può neanche nominare, violenze inenarrabili e la privazione dei figli, spesso dati per morti pur di non essere cresciuti da genitori “rossi”.

Il sangue punisce e non ci si può ribellare, perché le conseguenze sarebbero terribili.

“Esiste una categoria di cose indicibili, un cassetto buio dove vivono in esilio le verità inesprimibili. Non parlare. Non raccontare. Estamos màs guapas con la boca cerrada. (siamo più belle con la bocca chiusa).

Questo è il mantra che le ragazze spagnole devono ripetersi, che Ana e la sua famiglia si ripete sempre. Nessuno deve sapere cosa succede.

“Esiste una tensione tra storia e memoria. Alcuni sono impazienti di ricordare, ma altri sono impazienti di dimenticare.”

E’ difficile conciliare il desiderio di giustizia con la paura di ciò che potrebbe essere.

Per loro la vita è una lotta contro il fantasma tremendo della paura, ma è proprio del cuore spagnolo avere il coraggio e la libertà di combatterla. E Daniel lo capisce subito, con la sensibilità che lo contraddistingue e che gli permette di dare voce alle sue foto e di costruire storie.

Qui in spagna c’è una storia che vale la pena di raccontare, una storia umana. Ma è virtualmente impossibile farlo, ed è ancora più difficile da capire per un forestiero. Devi usare l’astuzia. Questa è una dittatura. Il regime di Franco censura tutto. La libertà di stampa non esiste qui. … Tu puoi catturare una vera storia qui: un servizio fotografico per mostrare un aspetto della Spagna diverso da quello sulle cartoline.”

Da quando Daniel ha conosciuto Ana, non ha pensato ad altro che a svelare al mondo quello che lui piano piano scopre e che lo indigna.

“…e il popolo spagnolo? Com’è vivere sotto una dittatura? Com’è per i giovani quando i libri di testo sono sponsorizzati dal governo? Quali sono le loro speranze e i loro sogni in un paese dove non ci sono libere elezioni ed esiste un’unica religione? C’è un lato oscuro qui. Certo, ai turisti vendono sole e nacchere , ma Franco non vende solo quelli. Una mossa falsa e la polizia ti salterà addosso. Sarai morto in una fossa.”

Raccomandazioni che non tengono, quando a guidare la mano e il cuore c’è la passione e la voglia di scoprire e sapere.

E se alla fine si scopre la verità, “bisogna dirla ad alta voce e aiutare gli altri a fare lo stesso. La verità rompe le catene del silenzio. Ci rende tutti liberi.”

Un libro dal sapore amaro, eppure pieno di sentimenti come l’amore,  il coraggio di vivere e di lottare. Un libro che non lascia indifferenti, che si legge con un groppo in gola tutto d’un fiato. Pieno di una tensione che fa vibrare il cuore del lettore e lo riempie anche di speranza.

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