Recensione: “Elton John” di Tom Doyle

Ben ritrovati a tutti, dopo il biopic a lui dedicato ecco l’uscita dell’accuratissima biografia su una delle icone musicali più amate, sir Elton John.
In questo caso non conta essere fan o meno dell’artista, nel libro in questione quello che conta davvero è l’amore per il binomio musica-lettura.
In tal caso, “Elton John” di Tom Doyle farà al caso vostro, non perdetelo!

Sono terribilmente emotivo. Forse
sono un po’ troppo pessimista, se
consideriamo che ho paura della
felicità.

Elton John

Elton John

Tom Doyle

Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Varia
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 21 maggio 2019
Pagine: 320 p., Rilegato
EAN: 9788820067878

Recensione a cura di Pamela Mazzoni

Aspetto ordinario, timido, ossessionato dalla musica: Reginald Dwight non sembrava proprio adatto a diventare una popstar. Eppure il talento straordinario e l’estro di quel ragazzo riservato hanno trasformato Reg in Elton: grazie a una nuova identità, fatta di costumi sgargianti, glitter e stivali col tacco, ha spiccato il volo diventando il più grande cantante inglese dai tempi dei Beatles. In questa biografia Tom Doyle, autorevole giornalista musicale, trasporta il lettore indietro nel tempo e racconta il periodo più scoppiettante per Captain Fantastic. Al centro di tutto, la musica: l’amato pianoforte, gli album, le canzoni, i concerti che lo hanno consacrato all’olimpo del rock, a partire dal primo show al Troubadour di Los Angeles, passando per i magici tour che hanno costellato gli anni Settanta e incantato gli anni Ottanta. Ma quella di Elton è una storia fatta anche di eccessi e di droghe, del suo complesso rapporto con il successo, della scoperta della sua sessualità, di una depressione nascosta dietro occhiali eccentrici e cappelli stravaganti. Con un cast d’eccezione che circonda l’esuberante protagonista – da John Lennon a Stevie Wonder, da Bob Dylan a Elvis Presley, dalla principessa Margaret alla regina – e grazie a numerose interviste inedite al cantante e alle persone a lui più vicine, l’autore riesce a delineare un ritratto tanto magico quanto vero della vita di quel ragazzo timido e introverso che si è trasformato in un supereroe.

Se vi fosse capitato di sbirciare a caso tra le annotazioni nel suo diario, il 1969 vi sarebbe sembrato un anno piuttosto monotono per Reg Dwight. Ventunenne prossimo ai ventidue, faccia tonda, del quartiere di Pinner, nel nordovest di Londra, si era modellato un aspetto vagamente beatlesiano, con  un taglio di capelli a scodella e occhialini tondi alla Lennon.”

Tom Doyle, autorevole giornalista musicale, con una scrittura scorrevole e coinvolgente ci incanta raccontandoci in modo preciso e meticoloso la parabola ascendente verso l’Olimpo delle star di uno dei cantanti più acclamati al mondo, quell’Elton John fregiato anche del titolo di Baronetto dalla Regina d’Inghilterra nel 1998.

Doyle però non si è lasciato tentare da quella che io definisco la sindrome del biografo, limitandosi cioè a farci una lista sterile di numeri e dati, difficilmente leggibile e digeribile, ma ha sapientemente miscelato aneddoti, stralci di interviste, curiosità, discografia, servendoci un gustoso e coloratissimo cocktail.

Ma non pensate che il libro sia un panegirico anzi, la vita del cantante viene qui scandagliata a fondo, senz filtri e senza sconti; un exursus esaustivo e dettagliato che ripercorre la vita pubblica e privata dell’artista ponendo  il focus in particolare sul  suo periodo d’oro , cioè quei mitici anni ‘70 fucina di mode e generi musicali rivoluzionari, che presentano però anche un lato molto meno sfavillante e glam.

Con stile romanzato, l’autore ci dipinge un ritratto veritiero e affascinante di Reginald Kenneth Dwight e della sua trasformazione da ragazzino timido ed impacciato, segnato dal rapporto conflittuale con il padre, nel personaggio eccentrico che tutti conosciamo, sir Elton Hercules John.

Una dicotomia difficile da gestire, da una parte il grassoccio Reg con una grande passione per la musica ed un innato talento nel suonare il pianoforte, ma inadeguato nei panni di una star; dall’altra, la personalità istrionica e carismatica, con un ironico e pungente sense of humor, di Elton.

Nel mezzo, la voglia di arrivare al successo ed il bisogno di nascondere quel bambino introverso sotto abiti sfavillanti ed incredibili performances sul palco.

Pur rinato creativamente sotto le spoglie di Elton, nella realtà dei fatti Reg faceva ancora fatica a conformarsi alle sembianze della popstar. Alto poco più di un metro e settanta e con la tendenza ad arrotondarsi, era in costante lotta con il peso. Gli occhiali gli scivolavano sempre lungo il naso imponente e le dita tozze non sembravano proprio appartenere alle mani di un pianista.”

Inizialmente più profeta fuori che in patria, con gran seguito negli USA ma poco in Inghilterrra, Elton John dà il via ad un’ossessiva scalata alla vetta della gloria e, pagina dopo pagina, sulle note mentali di canzoni indimenticabili, mille fotogrammi di una vita straordinaria ci danzano davanti agli occhi: il fondamentale incontro con quel Bernie Taupin, poeta ed autore con il quale, salvo qualche sporadico caso di allontanamento, instaurerà un sodalizio artistico e di fraterno affetto che diventerà leggenda e che dura tutt’oggi, le amicizie famose, il rapporto con la Principessa Margaret e la famiglia reale inglese.

E poi il folle periodo di Captain Fantastic, con dischi sfornati ad un ritmo vertiginoso e tour ininterrotti in giro per il mondo, con un Elton John sempre più scenografico ed animale da palcoscenico, con i suoi stravaganti abiti di scena, le sue zeppe, i suoi improbabili occhiali e, soprattutto, il suo amato pianoforte.

Quello strumento che diventa protagonista dei suoi concerti, al centro della scena, e che lui suona con un vigore tale da farsi sanguinare le falangi.

Ma come affrontare il peso della notorietà? Come gestire lo stravolgimento della tua vita?

In questo apparente Eden si nasconde un malefico serpente tentatore che, se ti lasci unicamente abbagliare dalle luci stroboscopiche della ribalta, ti stritolerà tra le sue spire.

Ed ecco allora l’insicuro Reg fare capolino dagli anfratti dell’anima dove era stato messo in stand-by, con crisi isteriche da primadonna che si alternano a momenti di abulia totale, e poi l’abbandono delle scene per due anni.

Il tutto a corroborare un’inquietudine esistenziale che sfocia nella depressione, con l’inizio dell’uso diventato ben presto abuso di droghe e alcol, due tentati suicidi in un silenzioso ma assordante grido di aiuto.

Una situazione placata anche, e soprattutto, con la sofferta presa di coscienza della propria omosessualità, provata a celare in modo goffo con inutili e poco credibili escamotages, vedi matrimonio con una donna, fatti più per convincere sé stesso che gli altri.

Un racconto lungo una vita, tra alti e bassi, momenti chiave, scivoloni clamorosi seguiti da resurrezioni quasi miracolose.

Un’altalena impazzita di eventi che hanno contaminato, nel bene e nel male, il privato e la musica di sir Elton.

Perchè dietro alla rutilante star c’è sempre stato e ci sarà sempre, con le sue fragilità e debolezze, soprattutto un uomo.

Adesso è arrivato il momento di lasciarlo. Reginald Kenneth Dwight, di Pinner, musicodipendente insicuro, intrappolato nel corpo di sir Elton Hercules John, leggenda del rock internazionale, tossicodipendente guarito, sostenitore dei diritti gay e ora marito, padre e pilastro dell’establishment. A questo punto della sua vita, guardandosi indietro, a volte pensa a come sarà ricordato. (…) E come direbbe sicuramente Reg, alla fine i dischi sono tutto ciò che conta.”

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