Recensione: “Il segreto del canto di Natale” di Vanessa Lafaye

Carissimi amici lettori, approfitto di questa recensione per augurarvi buone feste! Mi auguro che abbiate passato uno splendido natale all’insegna della pace, della serenità e dell’amore.
Oggi vi parlerò di un libro che mi è piaciuto moltissimo, “Il segreto del Canto di Natale” di Vanessa Lafaye, un romanzo breve che può essere a tutti gli effetti considerato un meraviglioso prequel del famosissimo “Canto di Natale” di Charles Dickens.

Il segreto del canto di Natale

Vanessa Lafaye

Traduttore: Ginevra Massari
Editore: HarperCollins Italia
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 21 novembre 2019
Pagine: 187 p., Rilegato
EAN: 9788869055331

Recensione a cura di Manuela Morana

Mentre guarda una casa di bambola nella vetrina del negozio di giocattoli, Clara Marley pensa che il suo desiderio più grande è sentirsi di nuovo parte di una famiglia. Ma questo ormai non può più succedere, perché Clara e Jacob Marley sono tragicamente rimasti orfani e vivono di espedienti nella Londra di inizio Ottocento, rubacchiando un tozzo di pane tra i rifiuti e dormendo per strada. Ogni notte, prima di addormentarsi, Jacob, il fratello maggiore, promette alla sorella: “domani andrà meglio”. E proprio per mantenere la promessa, quando gli si presenta l’occasione, la coglie, anche se il prezzo da pagare è troppo alto. E così Jacob intraprende un cammino che lo porta a diventare socio in affari di Ebenezer Scrooge. Ogni giorno che passa Jacob costruisce una fortezza fatta di denaro per tenere il resto del mondo fuori. Solo Clara può salvarlo dall’orribile destino che lo attende se non permetterà all’amore e alla gentilezza di albergare di nuovo nel suo cuore…

Jacob e Clara Belle Marley sono solo due bambini quando sfortunatamente perdono entrambi i genitori. La famiglia Marley era molto unita e facoltosa ma alla morte della madre ha cambiato tutto.

Dopo la morte della madre le cose erano cambiate con la velocità vertiginosa di una giostra. Il giorno dopo era venuto l’ispettore sanitario e li aveva informati che a causa del vaiolo la casa era inabitabile e lo sarebbe rimasta fino a quando non fosse stata pulita da cima a fondo con lo zolfo, insieme a tutti i loro averi.

[…]

Al tempo lo zio Robert era stato molto gentile, li aveva accolti tutti nella sua casa, ben più modesta della loro, e ogni sera rimaneva sveglio fino a tardi insieme al padre.

Proprio in quel periodo passato in casa sua, lo zio è riuscito a convincere il padre, intontito dal dolore per la morte della moglie, a fare degli investimenti che poi si sono rivelati fallimentari.

Il padre di Jacob e Clara, ritrovatosi senza la moglie e pieno di debiti, un giorno è semplicemente sparito per poi essere ritrovato morto nel fiume vicino al Putney Bridge.

I nostri piccoli protagonisti, rimasti orfani, vedono crollare il mondo che conoscevano, quello fatto di agiatezza, amore e armonia e oltre al dolore per aver perso entrambi i genitori subiscono anche una serie di ingiustizie da parte dello zio Robert che si rivela un essere meschino e senza cuore.

Infatti, a pochi giorni dal funerale del padre, vende la loro casa e senza il minimo rimpianto decide portarli all’ospizio dei poveri e di abbandonarli lì.

Clara e Jacob, o Jake come preferisce chiamarlo la sorellina, decidono dopo un po’ di scappare dall’ospizio perché è un posto terribile e così inizia la loro vita per strada, fatta di freddo, di paura, di fame e di stenti. È proprio a causa di questo tipo di vita che a Clara viene una terribile tosse che le indebolisce i polmoni e che l’accompagnerà per tutta la sua vita.

Jacob è sempre molto protettivo nei confronti della sorella e arriva anche a fare gesti per niente nobili e onesti pur di mantenere la promessa che le fa ogni sera prima di addormentarsi: “domani andrà meglio”.

In seguito a un evento sconvolgente la vita dei due ragazzi cambia, improvvisamente hanno i soldi per affittare una stanza, per darsi una pulita e per pagare i pasti. Si trovano quindi anche dei lavoretti e piano piano mettono dei soldi da parte per migliorare la loro condizione.

Nel portamonete di cuoio giallo, che teneva levato al collo, Jake custodiva i soldi di entrambi. Non se ne separava mai, nemmeno quando andava a dormire. Ora era aperto sul letto: diverse monete di rame e persino alcune d’oro brillavano alla luce della candela. Jake passò le dita sul gruzzolo ed emise una risatina infantile che ammorbidì i lineamenti decisi della mascella, poi richiuse il portamonete e lo infilò sotto la maglia.

«Questi sono il nostro futuro. Non saremo mai più poveri. Mai più. Te lo prometto» disse Jake. Per la prima volta quella notte, mentre si appisolava sulla spalla di suo fratello, Clara sentì che una nuova vita era possibile. 

Tra mille peripezie, gente disonesta che vuole ingannarli e derubarli, case delle bambole, negozi di giocattoli, sale da thè, sacrifici e difficoltà scorre la vita di questi bambini che crescendo cambiano e diventano molto diversi l’uno dall’altra.

Se la vita di Clara si evolve all’insegna dell’amore e della voglia di ricrearsi una famiglia che la riempia d’affetto e gioia quella di Jacob invece è tutta all’insegna dell’accumulare denaro, il “non essere povero mai più” diventa per lui una vera e propria ossessione al punto che arriva a perdere ogni traccia di umanità e bontà.

Jacob incontra un’anima affine, Ebenezer Scrooge, che come lui è ossessionato dal denaro e per niente portato all’altruismo e alla generosità. I due diventano amici e insieme aprono la “Scrooge & Marley”, questa società volta a prestare soldi ai bisognosi ricavando interessi molto alti fa sì che i due abbiano ben presto una stabilità economica notevole. I due soci tuttavia sono senza cuore e non tengono conto di nessun aspetto umano, per loro non conta nient’altro che il guadagno e davanti alle suppliche rispondono sempre: “Non c’è niente di personale. Sono solo gli affari”, senza considerare che queste loro parole seguite dalla pretesa della restituzione dei prestiti e degli interessi spesso portano le persone alla rovina e a volte persino alla morte.

Quando Clara si fidanza con Tom, i due giovani innamorati decidono di chiedere un prestito alla “Scrooge e Marley” per ampliare l’attività di Tom e poter avere presto uno stile di vita migliore in modo da potersi sposare e creare una bella famiglia.

Clara è felicissima e profondamente convinta che se qualcosa dovesse andare storto e dovessero ritardare i pagamenti suo fratello li aiuterà, ha fiducia in Jacob e pensa che mai potrebbe voltarle le spalle…

Solo che non sempre il legame familiare basta a sciogliere i cuori di ghiaccio, Jacob infatti è convinto profondamente che nessuno è all’altezza dei suoi cari e non concepisce che possa esistere un amore puro e disinteressato.

In cuor suo pensa che Tom sia un buono a nulla indegno della sorella e che Belle, la fidanzata di Scrooge, non sia un buon investimento per lui in quanto non ha una buona dote e visto che secondo il suo punto di vista il matrimonio è “solo un contratto” queste due unioni vanno ostacolate perché non sono affatto affari convenienti.

Purtroppo le mani di Jacob si macchieranno di molto sangue e anche quando sua sorella proverà in tutti i modi a fargli aprire gli occhi e lo implorerà di cambiare le sue abitudini prima che sia troppo tardi lui farà orecchie da mercante.

Non per niente il “Canto di Natale” di Dickens ci mostra il fantasma di Jacob Marley come un’anima in pena, un uomo tormentato e incatenato dai suoi stessi vizi e dalla sua avarizia, al quale non sono stati perdonati i suoi peccati.

Il libro è diviso in tre parti: nella prima viene narrata l’infanzia dei due fratelli e come riescono a uscire dalla povertà, nella parte centrale si racconta di come Jacob riesce giorno dopo giorno ad accumulare sempre più denaro, diventando però freddo e ossessionato dal lavoro mentre Clara si dedica all’amore e alla felicità delle persone che la circondano, e infine nella terza e ultima parte troviamo un epilogo triste che però fa molto riflettere.

Vanessa Lafaye con la sua penna dolce e delicata è riuscita a raccontarci una storia che nessuno di noi conosceva, ha dato vita al personaggio di Jacob Marley, che in “Canto di Natale” è solo marginale, e ci ha dato modo di imparare qualcosa di più su di lui, su sua sorella Clara e sul buon Tom.

Se una parte di me non ha potuto fare a meno di provare pena per quel bambino spaventato che è stato Jacob, l’altra non riesce a perdonargli di aver perso il calore umano che gli sarebbe servito a salvare tante persone.

Le ambientazioni sono estremamente curate, al punto che sembra davvero di essere trasportarti nel bel mezzo dell’Inghilterra vittoriana, lo stile non ha nulla da invidiare a quello di Dickens e le due opere sono davvero armoniche e l’una il perfetto completamento dell’altra.

Questo libro ha inoltre molto da insegnare alle persone che sono ossessionate dal denaro senza ricordarsi che la vera ricchezza non è negli zeri presenti sul conto in banca ma è nell’amore, quello che possiamo ricevere e quello che possiamo regalare al prossimo. Un abbraccio, un sorriso, un sentimento sincero valgono più del denaro perché rimangono indelebili nel cuore di chi li riceve e anche perché i soldi dovrebbero essere solo un mezzo per vivere meglio ed essere più felici e non il fine ultimo della vita visto anche che non si può portarli con sé quando si muore.

Questo romanzo contrapponendo Clara e Jacob ci insegna anche che non importa quanto brutta e crudele la vita possa essere con te, puoi sempre decidere come reagire e cosa vuoi essere, puoi scegliere di farti trasformare dal male ricevuto e farlo a tua volta o puoi scegliere di essere buono e di inseguire la felicità evitando di condannarti all’infelicità per sempre, perché se è vero che il passato non lo puoi cambiare è anche vero che il presente e il futuro li costruisci e decidi tu giorno per giorno.

Per concludere vi dico che se, come me, siete degli amanti di “Canto di Natale” non potete assolutamente perdervi questo bellissimo romanzo!

Vanessa Lafaye è nata a Tallahassee, in Florida, ma si è trasferita in Inghilterra nel 1987. “Tempo d’estate” è il suo primo romanzo.
Purtroppo all’età di soli 54 anni è morta dopo aver lottato contro il cancro.
Rebecca Mascull, scrittrice e cara amica di Vanessa, ha completato questo romanzo che era rimasto incompiuto e gli ha permesso così di vedere la luce e arrivare fino a noi e lo ha fatto in modo magistrale, personalmente, infatti, non mi sono per niente accorta del “cambio di penna” perché è riuscita a mantenere perfettamente lo stile e il linguaggio utilizzato dall’autrice.

Materiale fornito dalla Casa Editrice

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2 Commenti

    • Si, hai proprio ragione! Questo libro è proprio perfetto per questo periodo 🙂 A me è davvero piaciuto molto 🙂 Fammi sapere cosa ne pensi quando l’avrai finito <3

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