Cari lettori,
siete pronti a farvi avvolgere da un’atmosfera magica, tranquilla e a tratti anche misteriosa? E allora tuffatevi nel fantastico mondo del nuovo romanzo di Valentina Picchiarelli, Il giardino della locanda dei libri.
Vi ritroverete ad immaginare e ad amare questo posto in cui tutti i problemi sembrano trovare una soluzione, un luogo in cui i libri sono i proprietari assoluti e per noi, amanti dei libri, è il luogo perfetto.
Buona lettura!
Il giardino della locanda dei libri
Viviana Picchiarelli
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 24 ottobre 2019
Pagine: 314 p., Brossura
EAN: 9788822735645
Recensione a cura di Rossana Bizzarro
Dopo la morte della madre Ginevra e Celeste hanno provato a recuperare il loro rapporto, ma le troppe incomprensioni legate a un passato mai dimenticato le hanno allontanate al punto da farle sentire due estranee. È facile che le tensioni tornino a galla. Ginevra ha chiuso la relazione travagliata con Riccardo, mettendo fine ai progetti che si era illusa di poter condividere con lui. Celeste invece non può fuggire di fronte al dolore per la perdita, reso più acuto dal ritrovamento di tre taccuini appartenuti alla madre. In quelle pagine potrebbe esserci la chiave per scoprire la verità su un padre che non ha mai conosciuto. A sostenere entrambe c’è Matilde, la proprietaria della Locanda dei Libri, sul lago Trasimeno, le cui stanze, mai sazie di far da teatro ad amori, amicizie, scontri e rappacificazioni, saranno ancora una volta il luogo in cui si consumeranno drammi familiari: ma sarà proprio lì che Celeste e Ginevra riusciranno finalmente a venire a patti con il passato e a concedersi la possibilità di amare ancora.
La Locanda dei Libri è di sicuro un posto fuori dagli schemi. Una volta qui, è come se si venisse investiti da qualcosa di magico e si finisce per esserne totalmente assorbiti.
Due sorelle apparentemente molto diverse eppure così simili, un amore difficile ma in realtà profondo e vero, una donna forte e incapace di lasciare andare il passato, un giardino meraviglioso e una locanda di cui nessuno può fare a meno una volta conosciuta: sono questi gli ingredienti del commovente e notevole romanzo di Valentina Picchiarelli, Il giardino della Locanda dei Libri.
È una storia da cui non si può far altro che lasciarsi trasportare e coinvolgere totalmente, ci si ritrova immersi immediatamente in una realtà intrisa di emozioni e sentimenti forti e autentici: rancore, amore, affetto, avversione, invidia, passione, felicità.
In questo meraviglioso romanzo, inoltre, è possibile notare la grande abilità e maestria dell’autrice nel rendere tutto così reale e unico. Sembra quasi prendere per mano il lettore ed accompagnarlo in un mondo caratterizzato da colori, odori, paesaggi mozzafiato, fiori incredibilmente belli e dalla bellezza del lago Trasimeno.
In effetti, il grande talento della Picchiarelli sta proprio nel descrivere tutto con molta accuratezza: mostra una grande attenzione per i particolari, per i dettagli, tutto acquista un significato ben preciso.
Celeste e Ginevra sono due sorelle incapaci di instaurare un rapporto pacifico e normale, ogni volta che provano a parlare finiscono con il discutere: troppe sono le incomprensioni e le cose non dette.
Erano così diverse le sorelle Rossini, a cominciare dall’aspetto fisico. Se i colori di Ginevra erano caldi, in perfetta sintonia con l’animo passionale e contraddittorio che l’aveva affascinato, quelli di Celeste erano freddi, anche se nell’insieme si armonizzavano al punto da delineare l’immagine di una donna indefinibile e fragile.
Con la morte della loro madre la situazione peggiora, inoltre Celeste trova dei taccuini in cui, prima di morire, la donna le racconta la verità sul padre che lei non ha mai conosciuto.
A questo punto inizia il suo travagliato viaggio alla ricerca dell’uomo che non ha combattuto per riconoscerla e le due sorelle si troveranno vicine alla verità anche se inconsapevolmente.
Ad aiutarle ci sarà Matilde, proprietaria della Locanda dei Libri, che cercherà di fare in modo che le due donne si ritrovino e si riconoscano come sorelle.
Voltare del tutto le spalle al passato sarebbe stato impossibile, eppure non potevano ignorare che erano state messe davanti a eventi e a persone che le stavano obbligando a ridefinire il loro rapporto.
Riusciranno Celeste e Ginevra a buttarsi il passato alle spalle, a perdonarsi i reciproci errori e a ricominciare da zero?
Il loro era un legame di sangue insufficiente a farle sentire parte della stessa storia.
I personaggi di questo affascinante romanzo sono umani, autentici, ben delineati e caratterizzati in modo impeccabile. È il loro aspetto psicologico però ad essere approfondito ed analizzato maggiormente: le loro emozioni, sensazioni, stati d’animo, pensieri, rimorsi e dubbi è come se venissero messi sotto una lente d’ingrandimento, evidenziati, sottolineati e trascritti in modo tale da renderli percepibili dal lettore.
Celeste è una donna che ha sempre avuto, a differenza della sorella, un rapporto quasi simbiotico con la madre. La sua morte, quindi, l’ha destabilizzata, si sente persa e senza un appiglio sicuro.
Se all’apparenza sembra arrogante, spigolosa, dura, in realtà è molto fragile e insicura.
La morte della madre e il venir meno del rapporto simbiotico che le aveva unite avevano avuto ripercussioni molto più pesanti di quanto immaginasse. In un colpo, erano venute a galla tutta la fragilità e la solitudine che, per quasi quarant’anni, era riuscita a mascherare dietro a un’esistenza fatta di privilegi ostentati e successi apparenti.
Ginevra, invece, è una donna realizzata, una scrittrice come il padre, ed è sempre stata un po’ gelosa del rapporto stretto e solido che la madre aveva con sua sorella. Si è sentita esclusa e quindi si è allontanata da entrambe.
In Matilde trova la figura materna che le è mancata, una confidente, un’amica, una complice.
Durante la narrazione il lettore assiste ad un vero e proprio viaggio interiore che le due protagoniste intraprendono e che poi le porta ad una maggiore consapevolezza delle loro qualità e capacità e all’accettazione di se stesse.
Altro personaggio fondamentale che contribuisce a rendere la storia interessante è quello di Matilde, una donna ancorata ad un passato a cui si aggrappa con tutte le sue forze. Rappresenta il perno dell’intero romanzo, il punto di forza e di riferimento per tutti. Lentamente, si rende conto che deve andare avanti e vivere la sua vita senza però aver paura di dimenticare ciò che è stato perché il passato non muore, rimane sempre vivo nel cuore.
Tutto attorno, il cielo si stava aprendo, un pallido sole faceva capolino, illuminando il bianco di un paesaggio che Matilde iniziava ora a guardare con occhi diversi: un foglio immacolato su cui provare a scrivere l’incipit di una nuova storia.
La storia si svolge quasi interamente in questa bellissima locanda, dove i libri sono ovunque. È un posto che incanta con la sua bellezza e con un giardino da cui non si vorrebbe mai staccare gli occhi.
Tutto ciò che ha a che fare con questa locanda pare dover fare i conti con il tempo: quello trascorso, quello perso, quello che si avrebbe desiderato ancora avere.
Molteplici sono le tematiche toccate dalla Picchiarelli: il rapporto tra genitori e figli e quello tra sorelle, il lutto e l’incapacità di superarlo, l’invidia, la gelosia, l’orgoglio, la ricerca della verità, la maternità, il sentirsi inferiori e inadeguati.
Mediante uno stile magnetico, fluido e garbato ed una scrittura semplice e chiara, l’autrice ha dato vita ad un romanzo ricco di pathos, capace di conquistare, piano piano, il cuore del lettore, soddisfacendo egregiamente le sue aspettative.
Passato, presente e futuro sembravano aver trovato un senso tra le mura della locanda, che aveva regalato a ognuno di loro, in tempi e modi differenti, il sollievo di un approdo, di un porto in cui riprendere fiato, da cui ripartire o dove fermarsi per sempre.
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