Recensione: “Noi quattro nel mondo” di Francesca Cerutti

Salve amici lettori, oggi vogliamo parlarvi di una giovane scrittrice, Francesca Cerutti, e del suo commovente e coinvolgente libro, Noi quattro nel mondo. Tale romanzo porta speranza laddove ormai sembra essere tramontata totalmente. È un libro che esalta i buoni e disinteressati legami, di cui oggi, forse più che mai, sembra esservene particolarmente bisogno.

Noi quattro nel mondo

Francesca Cerutti

Il libro partecipa alla campagna Crowdfunding della casa editrice Bookabook, pertanto è acquistabile sul loro sito al seguente indirizzo:

Noi quattro nel mondo

Recensione a cura di Rosa Zenone

Parigi, estate 2013. Kévin ha diciannove anni, si è ritrovato quasi per caso a fare lo scrittore e si sente diverso dai suoi coetanei perché è tanto bravo a inventare storie quanto impacciato con le persone in carne e ossa. La sua strada incrocia per caso quella di altri tre ragazzi poco più grandi di lui. Océane, che sembra inseguire invano il sogno di diventare una scrittrice di successo. Lylie, che gestisce da sola una libreria nel tredicesimo arrondissement. Éric, giovane transgender fuggito anni prima dal suo paese in provincia. Non potrebbero essere più diversi, eppure nasce tra loro un legame che non avevano mai vissuto prima. Diventano grandi insieme. Noi quattro nel mondo è la storia di quattro solitudini che hanno la fortuna di incontrarsi e che, alla fine, si salvano a vicenda. Il dolore ci segna inevitabilmente, ma in realtà anche essere amati lascia sempre una traccia in noi. Basta solo accorgersene.

Noi quattro nel mondo è la storia di quattro solitudini che si incontrano, in tal modo riscoprono tutto il piacere di stare al mondo e di quanto qualunque peso, se condiviso, possa risultare più leggero.

Luogo chiave del romanzo è la piccola libreria di Lylie situata in una zona periferica di Parigi.

“Lylie l’aveva arredata come il soggiorno di una casa e, non fosse stato per una piccola cassa in un angolino, ci si sarebbe dimenticati totalmente che quello era un negozio. Lylie amava chiacchierare con i suoi clienti, parlava dei libri, di quelli che vendeva e di quelli che provava a trovare anche se erano fuori commercio da anni. Chi la conosceva tornava spesso anche senza comprare nulla, solo per scambiare due parole, e a Lylie stava bene così. Non le interessava il denaro.”

La descrizione della libreria di Lylie, alla quale man mano si aggiungono altri particolari, ci porta in un luogo caldo, accogliente e confortevole. Un’immagine molto distante dai luoghi asettici, realizzati in serie, in cui siamo soliti recarci per comprare libri. Poiché il romanzo si pone quale esaltazione della scrittura e della sua voce imperitura, si può ben comprendere come la libreria venga a trovarsi al centro dell’opera. Il valore attribuito ai libri è ulteriormente marcato da numerosi rimandi letterari all’interno del libro stesso.

Ma la libreria è fondamentale anche per un altro motivo, poiché è il luogo di incontro dei quattro giovani protagonisti, Lylie, Océane, Eric e Kevin. Ognuno di loro ha una propria storia alle spalle e in alcuni casi dei segreti ingombranti, tutto ciò sembra condizionare negativamente la loro vita. Pur essendo diversi tra loro, sapranno tutti conquistare un piccolo spazio nel cuore del lettore, ma ciò non esclude che ci si possa identificare maggiormente in uno piuttosto che in un altro. La caratterizzazione dei protagonisti e l’interpretazione dei loro stati d’animo risultano essere il fiore all’occhiello del libro.  

“Pur non stando a impazzire dietro al suo aspetto fisico, era una bella ragazza, poteva ricordare una Lady Diana un po’ più bassa. Aveva solo ventitré anni, ma ogni tanto nei suoi occhi scivolava un’ombra di maturità – di disincanto? – strana per una persona così giovane.”

Lylie, la proprietaria della libreria, dimostra una maturità che va al di là della propria giovane età. Ha difficoltà a lasciarsi andare, a svagarsi, sembra aver abbandonato prematuramente la spensieratezza che si addice ai suoi anni. Ciò in realtà è dettato da un forte rimpianto legato a un segreto che porta con sé dall’adolescenza, ma quando incontra gli altri protagonisti imparerà a essere meno dura con se stessa e a godersi i momenti di felicità che derivano da una forte amicizia.

Lylie prima di conoscere i due personaggi maschili è già la migliore amica di Océane, che abita in un appartamento sopra la sua libreria.

“Aveva sempre saputo che la sua vocazione era quella di scrivere racconti e romanzi, e ora voleva veramente dare un’opportunità al suo sogno. Aveva mandato il curriculum qua e là, con scarsissima convinzione, e cercava di stare a casa il meno possibile perché sentiva che mai e poi mai le sarebbe arrivata una buona idea stando chiusa fra quelle quattro mura. Ogni tanto a Océane veniva qualche idea niente male, ma tutte le volte le sembrava che mancasse un qualcosa che le permettesse di concretizzarla. Nella sua testa, aveva già scritto dei romanzi meravigliosi, ma tutte le volte che lanciava Word sul computer rimaneva tantissimo tempo davanti al foglio elettronico bianco, per poi scribacchiare mezza riga e cancellarla subito dopo. Non era convinta. Le sembrava che non appena i suoi pensieri lasciavano la sua testa perdessero la loro bellezza. Forse non aveva gli stimoli giusti, per questo gironzolava per la città, osservava le persone, cercava lì in mezzo l’eroe della sua storia. Immaginava un eroe in cui i lettori si riconoscessero, che li facesse sognare. Immaginava le persone che piangevano, vinte dalla commozione, per qualcosa che aveva scritto lei. Eppure non riusciva ancora a scrivere un bel niente. Certo che le era venuto il dubbio che forse scrivere non fosse il mestiere giusto per lei. Non possiamo essere tutti tagliati per una professione artistica… l’arte è un dono che hai o non hai. Océane leggeva i libri dei suoi scrittori preferiti, classici, moderni, poco importava, e le sembrava sempre che le parole si fossero disposte da sole sulla carta. Le sembrava che scrivere fosse facile, spontaneo. Pensava alla sua vita e non le veniva in mente un’altra cosa in cui avrebbe potuto dimostrare al mondo la sua bravura. Quando inventava le storie nella sua mente, le pareva tutto semplice e naturale e spontaneo, cosa che stava a indicare che anche a lei era stato dato il dono della scrittura. Poi si metteva davanti al foglio bianco e non lo riempiva nemmeno a pregare. “

Océane sogna di fare la scrittrice, ma soffre del cosiddetto blocco dello scrittore. Nonostante la sua vocazione vibri con forza in tutta se stessa non riesce a riversarla all’esterno. Ella arriva dunque a dubitare della propria attitudine e più volte si troverà a fare i conti con i propri sogni infranti. Océane è estremamente realistica, potrebbe essere una qualunque ventenne dei nostri tempi che si scontra con le difficoltà che si interpongono tra sé e le proprie ambizioni. Ella inoltre, a causa di una precedente relazione finita male, è particolarmente fragile e insicura.

La scrittura, protagonista essa stessa all’interno del libro, è presente anche nella vita di un altro personaggio, Kevin. Egli ha solo diciannove anni ma è già un dichiarato scrittore di talento. Ma poiché non sempre è oro ciò che luccica, a discapito delle apparenze, Kevin è profondamente insoddisfatto della propria vita. Il fatto di non aver mai baciato una ragazza e di essere imbranato in campo amoroso è per lui motivo di profonda angoscia. Inoltre non ha nessuno su cui contare e con cui aprirsi, poiché privo totalmente di amici.

“Kévin rimase solo nel negozio con Lylie, Éric e Océane. Non sapeva perché, ma sentì d’un tratto che quello era un momento che si sarebbe portato nel cuore per tutta la vita. Guardò quelle persone e si sentì bene, anche se le conosceva appena. A volte abbiamo solo una vaga sensazione che un momento sarà il punto di non ritorno nella nostra vita – non ci sbagliamo quasi mai. Kévin lasciò scorrere lo sguardo sui volti e sugli occhi di quelle tre persone e si ripeté che quello doveva essere davvero un punto di non ritorno, anche se non sapeva dire perché.”

La svolta nella sua vita arriva quando casualmente si ritrova a presentare il proprio libro nell’ormai famosa libreria di Lylie. Già da un primo contatto egli prova una sensazione di benessere e sente a pelle una simpatia particolare nei confronti di quei ragazzi. Le sue sensazioni in realtà non sono errate, da quel momento non sarà più solo. Ma Kevin non è l’unico che riuscirà a colmare la propria solitudine.

“Per tutti quanti è solo un comunissimo ragazzo appena salito sul treno, una persona di cui tutti dimenticheranno la faccia nel giro di nemmeno un’ora. Il cuore di Éric inizia a ritrovare il suo ritmo abituale. Un fischio e le porte del treno si chiudono: non si può più né salire né scendere. La fronte incollata al finestrino, Éric guarda la stazioncina che si allontana. Addio. Addio a Bérénice, che è definitivamente morta pochi minuti prima nel disgusto-so bagno di una stazione di provincia. I suoi capelli giacciono già sul fondo di un cestino e presto i suoi vestiti finiranno in qualche cassonetto. È di Éric il cuore che si è appena calmato nel suo petto schiacciato dalla fascia.”

Eric è fuggito giovanissimo dal proprio paese alla volta di Parigi. Dopo diversi soprusi e violenze ha trovato il coraggio di essere se stesso in una nuova città. Egli è riuscito a disfarsi della propria malvissuta identità femminile e a divenire ciò che da sempre sentiva di essere, un ragazzo. A causa della sua scelta non ha più alcun legame nel suo paese natio e allo stesso tempo non ne ha di nuovi nella capitale francese. Sarà proprio lo sconforto provato verso la propria vita a spingerlo nella nota libreria e a mostrargli che in realtà esiste anche per lui la possibilità di essere felice. Oltre ad aver trovato finalmente un gruppo di amici, troverà anche l’amore di Océane. Ma la paura di non essere accettato e perdere la felicità appena assaporata lo porterà a non rivelare la propria storia.

“Non aveva mai usato quel corpo nuovo per fare l’amore con qualcuno e per settimane aveva vissuto con il terrore che qualcosa sarebbe andato storto. Era stato operato da ottimi chirurghi e, non fosse stato per la cicatrice che gli era rimasta come ricordo dell’asportazione di utero, ovaie e tube e della falloplastica, avrebbe potuto far credere a chiunque di essere nato uomo. Il suo corpo nuovo era perfetto per lui.  Da quando era iniziata la sua storia con Océane, invece, gli era venuta paura. Lui la amava e in cuor suo desiderava che fossero come qualunque altra coppia di innamorati – e il sesso era parte integrante della vita di una qualsiasi coppia. Nel contempo, però, l’idea che qualcosa potesse andare storto lo ossessionava”

La storia di Eric è particolarmente toccante e profondamente attuale. Le tematiche Lgbt, nonostante l’ampia diffusione odierna, tendono ancora ad essere fortemente stigmatizzate. Il libro attraverso il suo ben riuscito protagonista tende a smuovere le coscienze e a sensibilizzare al riguardo. Le angherie e le difficoltà affrontate hanno reso Eric profondamente vulnerabile. È un personaggio che dimostra avere una profonda sensibilità e grande spessore, senza essere mai irrealisticamente ostentato nelle proprie problematiche.

L’amore che sboccia tra lui e Océane è dolce, travolgente e struggente. Entrambi sono convinti di non essere abbastanza per essere amati, ma in realtà l’uno mostrerà all’altra il contrario. Il passato segreto di Eric però rischia di inficiare un sentimento sincero che non ammette omissioni e bugie.

L’intero libro è narrato attraverso un continuo cambio di focalizzazione tra i quattro protagonisti. Tale scelta consente di esplicare i loro pensieri e ricordi donando ai personaggi maggiore autenticità e reale rilievo. Le loro vicende saranno in grado di suscitare partecipazione ed empatia.

Inizialmente il libro appare procedere lentamente ma dopo un po’ è in grado di catturare il lettore e trascinarvelo all’interno. La prosa è cristallina, limpida e scorrevole, immergervisi risulta piacevole.

I suggestivi luoghi di Parigi, ambientazione del libro, trasmettono un forte calore, una sensazione che richiama quella provata dai protagonisti quando realizzano di avere una nuova e fidata famiglia. Tutti, ad eccezione di Kevin che è autoctono, si trovano nella capitale in fuga da qualcosa. Ma fuggire da se stessi e dalle proprie storie è impossibile, scopriranno la necessità di affrontare il proprio passato e come ciò possa diventare più facile con il sostegno delle persone giuste.

Noi quattro nel mondo mostra come in realtà non si debba mai credere di essere completamente soli, i casi fortuiti della vita a volte, al di là delle dure batoste impartite, sanno donare incontri che cambiano la vita e sensazionali momenti di felicità.

“I papaveri che infiammano le rotaie dei treni. Prova ad andare in una stazione, quella che vuoi, arriva fino in fondo a un binario in superficie e guarda sulle rotaie. Siamo a maggio, è pieno di papaveri… ogni giorno li sfiorano decine di treni ma alla fine loro sono sempre lì, in piedi. Mi piace pensare che vogliano dirci qualcosa… a tutti quanti noi. “

 La prossima volta che vi recherete in una qualche libreria non è escluso possiate imbattervi in nuove e affiatate amicizie.

Francesca Cerutti nasce ventidue anni fa a Milano, città dove oggi frequenta un corso di laurea magistrale in Traduzione. Inventa storie da quando era piccola e verso i tredici anni ha iniziato a metterle per iscritto. Per tutta l’adolescenza ha continuato a scrivere racconti. Scrivere è per lei soprattutto un modo di strappare all’oblio volti e momenti della mia vita.

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